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Sonetto composto, secondo Francesco Liuzzi, nel 1672 e dedicato a Tommaso Luigi Francavilla (1627-?), poeta di Acquaviva delle Fonti. Per la risposta di Francesco Antonio Vitale (1627-1681), poeta ascritto all'Accademia dei Ravvivati di Acquaviva delle Fonti, cfr. la scheda n. 12656.
Nell'indice a p. 300: "Per il molto reverendo padre maestro frà / Tomaso Luigi Francavilla d'Acquaviva de / predicatori nel suo corso quaresimale nella / Minerva di Roma."
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Poetical text transcription
Scorrea la fama d'uno, a l'altro polo,
Nomi, e fatti involando al cieco oblio,
E per caso, e stupor, gloria, o desio,
Del Tebro in su le rive ei strinse il volo.
Vidde ivi chiuso in un oggetto solo,
Ciò che natura in mille saggi unio,
E di VILLA, sì amena al senso pio
Godean d'alti latini immenso stuolo.
"Tromba, fasti, trionfi, aura guerriera
Qui perdo", ella gridò, "tarpate ho l'ali,
Io finta fama son, questa è la vera".
Godi, o Roma, e tuoi sian vanti fatali,
Ché tra le nevi, in questa villa altiera,
Partorisca virtù, frutti immortali.
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shelfmark 71.11.A.4.81
Record by Giovanni Tribuzio