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Sonetto dedicato a Laura (1659-1725), primogenita di Agostino Chigi (1634-1705), I principe di Farnese, nonché suora del Monastero dei SS. Domenico e Sisto in Monte Magnanapoli di Roma dal 1676; cfr. Raimondo Spiazzi, Cronache e fioretti del monastero di S. Sisto all'Appia, Bologna, Edizioni Studio Domenicano, 1993, p. 566. Per la sua velazione furono eseguite musiche di Alessandro Melani: "[Roma,] a dì 12 febraro sc. centocinquantaquattro e ba. 25 moneta pagati al signor Bernardo Pasquini musico per doversi distribuire a diversi musici et altri virtuosi che hanno servito al vespro il dì 10 del corrente et alla messa cantata li 11 giorno della velatione dell’eccellentissima signora suor Flavia Verginia et il doppo pranzo di detto giorno alla salute come per lista di detto Bernardo [ricevuta] 7 sc. 154,25»", V-CVbav, Archivio Chigi, b. 1094, c. 62v; cfr. PerformArt Database.
Nell'indice a p. 298: "Nel monacarsi dell'eccellentissima signora / suor Flavia Virginia Chigi."
Cfr. la scheda n. 12253.
Uniform title
Bibliography
Poetical text transcription
Qual di novello Apollo or le moleste
Piante tu temi, o pure i dolci incanti?
O di qual vago amor pietosi pianti
Fan, che lasci d'un lauro hoggi la veste?
Fuggi l'allor, per isfuggir tempeste?
Cangiar serichi adobbi in rozzi ammanti,
Cantar di libertà nel chiostro i vanti?
Forsi del ciel sono meraviglie queste?
Ah pur l'intendo, hor che l'Averno, e 'l mondo
Ha vinto invitto, il trionfante alloro,
Passa dal Tebro a farsi il ciel fecondo.
E con traffico industre in sacro choro
Cangia in spine l'allor, per far giocondo
Con le spine d'un LAURO innesto d'oro.
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shelfmark 71.11.A.4.54
Record by Giovanni Tribuzio