Record num. 12235

Bibliographic level

Constituent unit

Type of record

Printed text

Date

Single known date, 1677

Title

La / speranza sognata / a richiesta dell'eccellentissima si- / gnora N. N. / Canzone.

Music format

Not applicable

Linked names

author of adapted work: Scalera Stellini, Maria Antonia

Is part of

Physical description

P. 21-26

Watermark

Not recorded

Uniform title

Bibliography

Liuzzi 2003: p. 34, 42

Poetical text transcription

Mentre pel ciel ombroso
Tacita il sen scotea
La ministra del sonno a' suoi destrieri,
E 'l cerchio luminoso
Della gelata dea
Ornava il bel seren di lampi alteri;
In luoghi humili, e fieri
Alla sua tana, o de gli ovili in seno
Ogni fera ne stava:
Ogni agnello posava,
Su l'erte cime o sovra prato ameno.
E sotto l'ombre chete
Già sepolti i mortal giaceano in Lethe.

Solo Filli la bella,
Avvolta in ricco velo,
Desta godeva il mormorar d'un rio.
Ivi in dolce favella
Alle sfere del cielo
Loro giro immortal redea restio;
Emula di quel dio,
Che dal balcon celeste illustra il mondo;
A quei piropi ardenti
Recava onte, e spaventi,
Se 'l sembiante divino, almo, e giocondo,
Havea qual orizonte
Stelle a' rai, sole al viso, aurora in fronte.

Con passeggio fastoso
Calcando il suol gemmato,
Tutta nel suo Filen gita era l'alma:
Vaga al fin di riposo,
Sovra il fiorito prato
Vacillante poggiò la nobil salma,
De' suoi pensier la palma
Verdeggiante reggea speme nodrice
Speme, che nel suo core
Alimentava ardore.
Da cui sorger dovea nuova fenice.
E con sì gran passi
Al fin diè in preda al sonno i sensi lassi.

Quando ecco donna altera
In verde trono assisa,
Alla bella giacente in sogno apparve.
Posa (diss'ella) e spera,
Guarda la mia divisa
La speranza son'io, lungi da larve,
Quel ben, che già ti parve
Del tuo casto desio degno ricetto,
Sotto la verde insegna
Del mio dominio ei regna,
Ove a folle timor non è soggetto.
Su scaccia il sonno indegno
Ecco i fiori, che dona il mio bel regno.

Stendea la mano, ahi lassa,
Ma che? sonno fugace
Tosto partissi, ed ella strinse il vento.
"O di pietade cassa
Ombra vana, e fallace
Così pasci", diceva, "il mio tormento?
Vuoi già, che il mio contento
Qual fior languisca, mentre i fior mi dai?
Non darò lusinghiera
E finta primavera
Al tuo mendace dir più fede mai,
Che giovenil figura
Vaneggia, e lo sperar passa, e non dura".

Canzon vanne a colei,
Che fu de' tuoi natali alta motrice
Dilli, se pur ti lice,
Ch'al mio terrestre la latina sponda
Di sognate speranze il flutto abbonda.

Country

Italy

Language

Italian

Shelfmark

I-Rn - Roma - Biblioteca Nazionale Centrale
shelfmark 71.11.A.4.35

Record by Giovanni Tribuzio
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