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Redazione
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Watermark
Notes
Nella cantata vi sono riferimenti alla Guerra austro-turca combattuta da Leopoldo I d'Asburgo e Mehmed IV (1683-1699).
A p. 104: «Sinfonia.»; a p. 117: «Segue»; a p. 147: «Voltate subbito per il Ritt.º»; alle p. 148, 170: «Ritt.º»; p. 179: «Segue l'Aria.»; p. 194: «Segue con istromenti.».
Uniform title
Scoring
Bibliographic repertories
Bibliography
Analytical description
Fermate, omai, fermate
Toglietemi, sfrondate
Cedi, amico rival, cedi tu, dunque
S'egli in campo, col lampo d'un guardo
Torna in te, che paventi
All'armi, su, che fate?
Misero, e come io posso
No, che non voglio pace
Generoso mio cor, di che paventi?
Io che, fulmine di guerra
Lasciatemi, partite
Ti cedo, sì, ti cedo
Vanne, invitto regnante
Lieto ogni cor le tue vittorie aspetta
Poetical text transcription
Fermate, omai, fermate,
Glorïosi oricalchi, i suoni altieri;
Ite al campo dispersi,
Sontuosi vessilli, ite, oh saette,
Armi accese di sdegno,
Furie armate di stral, guerrieri audaci
Sovra il suolo abbattuti.
Marte è Leopoldo, i serti miei rifiuto.
Glorie mie, dove andaste?
Qual eroe di Bellona
Da sentieri di morte
Trasse il piede feroce e, a vostro danno,
Copre usbergo fatal, sì che [i.e. sicché] dolente
Le mie glorie, il valor, tutto ho perduto?
Marte è Leopoldo, i serti miei rifiuto.
Io che, cinto d'allori,
Copro usbergo letale; io che feroce
Protettore, d'ogn'alma
Serbo a morte l'ardir; io fulminato
Piango all'aure del ciel dunque abbattuto?
Marte è Leopoldo, i serti miei rifiuto.
Toglietemi, sfrondate,
Oppresse mie fortezze, i lauri al crine;
All'orror d'austriaca spada
Vinta l'alma, avvien che cada
Fortunata alle rovine.
Cedi, amico rival, cedi tu, dunque,
Africano regnante,
All'austriaco monarca i vanti tuoi,
S'hai Leopoldo rival, vincer non puoi.
S'egli in campo, col lampo d'un guardo,
Scaglia i strali fatali in ferir,
Morte irata, spietata e 'l suo dardo
Onde uccide, recide ogni ardir.
Torna in te, che paventi
Glorïoso mio core?
Svegliati, omai ti sveglia,
Sorgi e a guerra crudel spingi la mano,
Quegli cede al pugnar ch'ha cor villano.
All'armi, su, che fate?
Guerrieri, a debbellar!
Svegliatevi, svegliate,
Correte a fulminar.
Misero, e come io posso
Mirar, con ciglio asciutto,
Sfrondate al suol l'odrisie palme in tutto?
S'uccida. Ah no, che dico?
Egli è l'anima mia benché nemico.
No, che non voglio pace,
Ho petto, ho core, ho se[n]no,
Leopoldo abbatterò.
Generoso mio cor, di che paventi?
Corri all'armi, ché tardi?
Ahi che troppo è l'ardir, cedete, oh dardi.
Io che, fulmine di guerra,
Debbellai più d'un regnante,
Ma che pro s'alfin a terra
Col mio duol piango tremante?
Lasciatemi, partite,
Memorie di vendetta; itene affatto,
Dal mio seno lontano,
Pensieri di vittoria.
Perduto ho il mio valor, non ho più gloria.
Ti cedo, sì, ti cedo,
Leopoldo, hai vinto, sì.
Al tuo valor (che vedo?)
M'arrendo in un sol dì.
Vanne, invitto regnante,
Sorgi a glorie ma[g]gior, corri e Bizantio
Al tuo piede soggetta.
Lieto ogni cor le tue vittorie aspetta.
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shelfmark Mus.2056-J-1 .2
Record by Giovanni Tribuzio