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Redazione
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Watermark
Not recorded
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Titolo dall’incipit testuale.
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Analytical description
Nocchier che quasi assorto
Pur non fia ch’io mi spaventi
Vedrem chi più costante
Al fin io morirò
Poetical text transcription
Nocchier che quasi assorto
In mar si vede in aspra e ria procella
Pure un raggio di stella rimira
Al fine e si conduce
In porto pastor cui il verno
Ogn’ora col gel disfece
Il gregge suo gentile
All’apparir d’aprile
Sollieva le speranze
E si ristora; io sol,
Sia notte o giorno,
O si vagheggin fiori,
O gel si miri
Faccio eterno soggiorno
Fra gli antichi durissimi martiri.
Pur non fia ch’io mi spaventi
Di mie pene, o Filli ingrata,
Se fia eterno in te il rigore
Sarà eterno in me l’amore
E fra tanti miei tormenti
T’amerò benché spietata.
Vedrem chi più costante
Sia di noi, di nostr’alme
Il vario stato, io come Apollo
Al tuo gentil sembiante,
Tu come Dafne al rio costume usato.
Al fin io morirò
Ma il vanto porterò
D’esser fedele.
Tu in vita resterai
E il duro nome avrai
D’empia e crudele.
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shelfmark Cantate 32bis.17
Record by Ivano Bettin