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Redazione
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Not recorded
Notes
Segue il titolo: «Fatto nell’anno 1837. e dedicato alle Sig.ʳᵉ dilettanti, e Maestra del Venerabile Monastero di / S. Benedetto di Acquaviva»; sul frontespizio in alto a destra: «Originale»; a c. 1r: «D.ᵃ Eleonora [Maffia?] / Sentimentale» (S1), «D.ᵃ M.ᵃ Felice / Banchera» (S2), «D.ᵃ Caterina [De Santis?] / Ingorriggibile» (A), «D.ᵃ [Maria] Irena [Festa] Maestra» (org); in basso a destra a c. 6r: «Terminato il di 11. Ottobre 1837. nella porta / carresa del sudetto Monastero»; parti copiate dalla monaca Emilia Piragine custodite in I-ADFd, Ms. 44.1-4.
Maria Irene Festa di Giuseppe (Nicola Vincenzo Ferrerio Michele) e Antonia Milano, zia del compositore, fu maestra di coro del Monastero di S. Benedetto di Acquaviva delle Fonti dall’11 agosto 1781 al 16 maggio 1844 (cfr. I-BAas, Notai, Acquaviva, atti del notaio Giovanni Giuseppe Serini, 16 agosto 1781). Il poeta Tommaso Ardilla di Lonardo (Antonio Vito Vincenzo Clemente) e Vincenza Petruzzi, patriota, carbonaro nonché professore cattedratico di Ostetricia presso il Regio Liceo delle Puglie di Bari, fu anche uno degli interpreti del Maometto, tragedia rappresentata il 5 marzo 1824 nel Teatro del Palazzo de Mari di Acquaviva delle Fonti.
Uniform title
Scoring
Bibliography
Analytical description
Eleonora, Maria Felice, Caterina, In questo di letizia amico giorno
Eleonora, Maria Felice, Caterina, Dunque accogli, o madre amata
Poetical text transcription
[Eleonora]
In questo di letizia amico giorno
Alla madre di Dio qual mai, sorelle,
Pegno di gratitudine e d’amore
Offrirem noi, sue meschine ancelle?
[Maria Felice]
Eh qual per tante grazie potrem noi
Vittima offrir, o prezioso dono,
Eh uguagliar possa i benefici suoi?
[Caterina]
Stolte, che dite mai? La madre nostra
Ostie non brama né bugiardi incensi
Ma sol d’un grato cor veraci sensi.
[Eleonora]
Dunque accogli, o madre amata,
Di nostr’alme i puri accenti
Che fra gioie e fra contenti
Oggi offriamo umili a te;
Dunque accogli i puri voti
Ch'oggi offriamo umili a te.
[Maria Felice]
Dunque accetta, o vergin santa,
Dalle figlie tue divote
Queste grate e dolci note
Di sincera, eterna fé.
[Caterina]
E qual sei di grazia piena,
Volgi a noi pietoso il ciglio
E c’impetra dal tuo figlio
La celeste sua mercé.
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shelfmark Ms. 68
Record by Giovanni Tribuzio