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Poetical text transcription
Io trionfo d’un tesoro
Possessor troppo felice,
Quanto vò, tanto mi lice,
Mi precorre ogni ristoro.
Quando mieto, allor m’inioro
Ch’un gioir l’altro germoglia
E s’un frutto avvien, ch’io coglia
Già l’erede adulto pende.
A mio danno astro, che offende,
Non insanguina la chioma;
Ogni stella in Cielo ho doma,
Ch’alle stragi atra s’accende.
Frena il volo e ’l crin mi stende
Quella rea, che dona e gura,
Fatta stabile, mi giura,
Ch’avrò sempre il ben ch’adoro.
Io trionfo d’un tesoro
Possessor troppo felice,
Quanto vò, tanto mi lice,
Mi precorre ogni ristoro.
Recit.
Ma lasso, in sì gran calma
Pur un turbine ignoto
Mosce tempeste all’alma;
In pelago di gioia ondeggio a morte
E quasi astro, che spumi
Ebro d’attratto umore,
Cui per troppo vigore
Caggian tra l’ombre i lumi
E pallido sciogliendo un crin per l’etra
A se medesmo infausto
Degeneri in cometa,
Tal’io d’immenso bene
Ricetto angusto, egro a soffrir l’ampiezza
D’inesausta dolcezza,
Trabocco e ridondando ognor torrenti
Di novelli contenti,
Son dall’impeto loro
Travolto in un abisso, in cui mi moro.
Aria.
Io trionfo d’un tesoro.
Possessor troppo felice,
Quanto vò, tanto mi lice,
Mi precorre ogni ristoro.
Rida pur l’alma gradita,
Dal suo ben mai non divisa
E con Giove in Cielo assisa
Beva ognor stille di vita;
Ma poi linge guardinga,
Svelata ogni lusinga,
Veggia, che al par delle sicane cene,
Sempre sospesa a debili ritorte,
Ne le mense d’amor pende la morte.
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shelfmark 204.3.B.12.174
Record by Nadia Amendola