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Poetical text transcription
Ho scosso il giogo e non si geme più
Sotto qual grave pondo
Che mi trasse in un fondo,
Fondo, ch’è dell’inferno assai più giù;
Ho scosso il giogo e non si geme più.
Per la gioia non credo a me stesso,
Parmi un sogno, che ratto s’invole,
Che chi giacque da tenebre oppresso,
Tien sospetta la luce del sole;
O possesso di mia libertade
Statti meco a bearmi in eterno,
E trafitta dal proprio scherno
Si consumi quell’empia beltade.
Sovra gl’archi superbi
Di due ciglia abbattute,
Per dar le leggi all’amoroso regno
Sieda in trono lo sdegno.
E per primo rigore
Ponga divieto al trionfato amore;
Che con libero volo,
(Ma senza laccio e stral) passeggi il suolo,
Et a mio pro con un privato impero,
Gli comandi, che deggia
Volar fin nel Perù, qualor mi veggia.
Lo spavento di belle guerriere
Io solo sarò,
Con un guardo, che aborra il godere,
Le fugherò;
Labbro, che preghi,
Vezzo, che leghi,
Stanchi n’andran da un immutabil no.
Spavento di belle guerriere io solo sarò.
Generoso ardimento,
Che frange in un balen darde e ritorte,
Fia rimprovero al Vile e gloria al Forte.
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shelfmark 204.3.B.12.147
Record by Nadia Amendola