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Poetical text transcription
Nacque il mio foco inaggiacciato clima,
Colà dove l’Eusino i flutti imbruna;
Barbara Citerea, ch’in atra cuna,
Tomba, invece di talamo, n’intima.
Nacque colà, dov’un balen di sesto
Sommerse cieco il natator d’Abido,
Perch’aspre i Paradisi il ciglio infido
Per sepelirne il Erebo funesto.
Ebbe il natal su quella infausta Dori,
Che ferve ancor de la Dardania face;
Perché dall’arsa Troia Elena trace
S’ammaestrasse a seminar gl’ardori.
Il suol natio del mio bel sol guerriero
Portenti sol di crudeltà germoglia
E ristretto si vede in una soglia,
Ciò che di crudo ha l’universo intero.
In Tracia il fier Ligurgo ebbe la sede,
La sede in Tracia il traditor Tereo,
Ivi aquilon rapì l’alto Imeneo,
Lo Dio più sanguinoso ivi risiede.
Là ne le tracie stalle odo frementi
Famelici destrier nitrire al sangue
E per tiranno impero, ospite esangue
Satia i digiuni ai bellicosi armenti.
Idolatra sonoro a tracie piante
Canta sue fiamme e ne riporta udito;
Ma di Baccanti ree furore unito
Corre a sbranar l’armonioso amante.
Or che speme mi porta e qual mi reca
Ne miei tanti dolor Bizzanzio altera,
(Bizzantio, ch’è di lei patria severa)
Pietà, s’è trace? e verità, s’è greca?
Ben in mirar in fronte a lei, ch’adoro,
Di Serto invece, arder di Cintia i rai,
Di mie notti amorose, ohimé, sperai
Al sempiterno orror qualche ristoro.
Ma, lasso me, che non contenta appieno
Di trarre in vario stil strali alla meta,
Anco di quel benefico pianeta
Ne forma un arco a saettarmi il seno.
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shelfmark 204.3.B.12.130
Record by Nadia Amendola