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Poetical text transcription
Se del Cielo al primo cenno
Due dragoni io veggio uniti,
Ben dirò, ch’oggi col senno
La prudenza si mariti.
Che s’Amor per legge impone,
Ch’ami egual, chi s’innamora,
Il Mercurio di Sulmone,
Vuol la Pallade di Sora.
Di quest’incliti consorti
Fia ch’il mondo i parti adori,
Che vedransi ognor risorti
A regnar Paoli e Gregori.
Altri draghi un tempo foro
Posti in guardia al vello aurato,
Questi elesse un meglior fato
A nudrire il secol d’oro.
Noto mai cotanto altero
Non vantò l’orbe vetusto,
Ne men quando il Latio impero
Accoppiò Livia ad Augusto.
Poich’in lor rendea men grate
Mille pompe età matura;
Ma qui colma ogni ventura,
Gran bellezza e fior d’etate.
E s’al Regio trofeo
Di quegl’augusti sposi,
Furon teatro egual Roma e ’l Tarpeo,
Del novello trionfo,
Quasi incapace sia nel suo confine
La città di Quirino,
Tardò ben consigliato
Ad eseguirlo il fato,
Finché li sette colli
Alzaro al Ciel più gloriose fronti
Con l’aggiunta immortal de Chisij Monti.
Imeneo, se mai versasti
Di dolcezze ampi torrenti,
Or di gioie e di contenti
Sgorga i pelaghi più vasti,
Non sparger la soglia
De’ mirti di Gnido;
Del Tebro su lido
La quercia germoglia,
Estingui pure
L’usate arsure
Di tue facelle
Per Talamo sì degno ardon due stelle.
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shelfmark 204.3.B.12.58
Record by Nadia Amendola