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Redazione
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Watermark
Not recorded
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Analytical description
Dal povero mio cor che vuoi Speranza?
Menzognera dici Spera!
Pallido, ancor tremante
Ha scogli e rie procelle
Poetical text transcription
Dal povero mio cor che vuoi Speranza?
Tu di padre cortese iniqua figlia
Speme nata d’amore
Mostri nell’altrui ciglio
Di lusinga vestito ancor l’inganno.
Tu che sol per mio danno
Strane idee e diverse al pensier porti
E insiem confondi e mesci
In cor che sia fedel doglie e conforti,
Tu che m’affanni e incresci
E dopo lunga pena
Vuoi che spanda il desio sue nuove piume
E che torni al suo nume,
Tu che amica e serena
Grazie spirando e ardore
Fingi amorosa a me l’altrui sembianza:
Dal povero mio cor che vuoi Speranza?
Mensogniera dici: "Spera!",
Ma il mio cor più non ti crede
Perché fede non trovò.
Già ti sgrida, ingrata, infida,
Già ti chiama il cor ferito,
Ché tradito il cor restò.
Pallido, ancor tremante
Per la sofferta già fiera tempesta,
Fuor dell’onda incostante
Sull’arena il nocchiero il piede arresta.
Guata spumar crucciosi
I marini cavalli, e intanto sparte
E vele e remi e sarte
Vede nuotar con tema e con spavento,
E il turbine rotare e il nembo e il vento
Sin dal profondo seno
Ode mugghiare il mar; né più si affida
All’acqua e all’aria infida
Benché si mostri a lui chiara e serena,
Né per calma che invita
Torna le vele a sciorre. E tu che sai
Qual procella provai,
Tornando a lusingar la mia costanza
Dal povero mio cor che vuoi Speranza?
A [sic] scogli e rie procelle
L’infido mar d Amor.
Fermati in porto, oh cor, non scior le vele.
Sogliono pur due stelle
Spingere a naufragar:
No, non ti lusingar, l’onda è infedele.
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Shelfmark
shelfmark 6.3.4 olim Cantate 233(2).12
Record by Giacomo Sances