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Redazione
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Watermark
Not recorded
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Analytical description
Oh se fusse il mio core
Se lusinga il labbro e il ciglio
Mi fa barbara e ingrata
Sento pietade
Poetical text transcription
Oh se fusse il mio core
In libertà d’usar teneri affetti,
Vostri pallidi aspetti,
Vostri sospiri, e le querele e i pianti
Potrian sperar pietà, miseri amanti!
Ma de’ verdi anni miei
Nel più bel fior se cieco amor m’accese,
Se il cor non si difese
Da uno sguardo feritor che aprì le piaghe,
Se, due pupille vaghe
M’accesero nel sen fiamma vorace,
Altri amar non poss’io, datevi pace.
Se lusinga il labbro e il ciglio
A dispetto del mio core
Si fan rei di crudeltà.
Né sottrar posso al periglio
Per voler d’antico amore,
Chi mi chiede almen pietà.
Mi fa barbara e ingrata
L’ istesso Amor che gli altri cori accende;
Ma spietata mi rende,
Perché tutta mi vuol dell’idol mio.
Or se amar non poss’io,
E senza colpa mia vi son crudel,
Amanti, le querele
Contro di lui volgete,
E più saggi credete
Che per me, quando Amor fiero v’affanna,
Vi promette contenti e poi v’inganna.
Sento pietade,
Non son crudele,
Non sono ingrata,
Ma son legata,
Incatenata
Da un altro amor.
L’altrui querele
Pietà mi fanno;
Ma ristorarvi
Di tanto affanno
Troppo fedele
Non può il mio cor.
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shelfmark 6.3.4 olim Cantate 233(2).10
Record by Giacomo Sances