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Appena affissi
Io restai qual augelletto
Soffri dunque, cor mio
O fuggi l'inganno
Poetical text transcription
Appena affissi in due begl’occhi il guardo
Che tosto Amor, che in quelli
Per l’alme imprigionar lacci tessea,
Con incognita forza
Mi rese avvinto al suo cospetto innante.
Io, che di libertà mi vidi privo,
Pietà, pietà gridai,
Ma quel crudel tiranno
Invece d’allentar l’aspre catene,
Aggiungendo piú pene,
Fiamme m’accese al cor con le sue faci,
Indi mi disse: «Io cosí voglio e taci».
Io restai qual augelletto
Che riman tra lacci stretto
Quando vola in su quel ramo
Dove ascoso il laccio sta.
Ei si scuote e invan s’aggira,
Apre il volo e alfin rimira
Che l’astuto cacciatore
Lo privò di libertà.
Soffri dunque, cor mio: convien che in onta
Di quella libertà che pria godevi
Or prigion ti rimiri.
Amor cosí comanda ed il destino,
Ch’è ministro fedel del suo dolore,
Scritto ha ‘l decreto in marmo.
So che pianger dovrai, io già ne sento
In questo sen la pena,
Ma quando irreparabbile è un periglio,
Armarsi di costanza è buon consiglio.
O fuggi l’inganno
O soffri l’affanno
Che Amor ti prepara,
Dolente mio cor.
Se amar ti conviene
A costo di pene,
Sperar ti consoli
Mercede al dolor.
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collection prezioso
shelfmark 1-A-11.17
Record by Marco Bizzarini