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IX
Voi che meco ardir romano
Trasse già nell’Agonale *
E sul monte altier di Giano
A mostrar che l’immortale
Genio antico dei Quirini
Levare alto ancor può l’ale,
E che ai popoli latini,
Se mancar l’armi e l’impero
Che col mondo avean confini;
Delle lettere il primiero
Sovran pregio illustre ancora
Resta egual quasi al guerriero:
Meco or voi morte addolora
Che involonne alma sublime
Dei begli anni sull’aurora:
Degli allor mieter le cime,
E del Lazio aver corona
Già potea con l’Alme prime.
Mesto il Foro ne ragiona,
E le muse dopo il pianto,
Nel gran tempio in Elicona
Il suo nome inciso accanto
Anno al dolce Veronese
Che eternò Lesbia col canto.
Piangi Volsco altier paese
Che arrestasti un tempo il volo
Di nostr’aquile all’imprese,
Piangi, e mostra alti di duolo
Segni in perder sì gran figlio
Chiaro onor del patrio suolo.
Sempre io, lasso, in questo Esiglio
Senza amico sì fedele
Avrò espresso il duol sul ciglio.
Contra un fato sì crudele
Meco or voi Quirini illustri
Rinovate le querele:
Sinché Febo il mondo lustri,
In vostra inclita favella
Gloriosa in faccia ai lustri
Per voi splenda alma sì bella.
*Dove s’adunano gli Accademici ai recitamenti, l’inverno nel Palazzo, e la state nella villa dell’Em.Card. Corsini.
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shelfmark 74.R.34.14
Record by Bianca Marracino