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IV
Foll’ è le mete chi additar presume
Sentenzioso ai desideri umani,
E a figli del voler vari diletti
Norma e confine.
Chi gli avversi afferrò crini alla sorte,
Fassi beato in saziar più brame,
E coglie fin d’ambizion sul colmo
Gli umil piaceri.
Altri le forze ed il voler misura,
E non lontano si suoi desir pon segno:
Giungevi, e molto immaginando il poco;
Vive contento.
Polwarth io non vuò già dell’altrui voglie
Legislator, mover chi ascolta a riso,
Penso bensì vero contento quello
Che ha men di pena:
Orator di tua patria or presso siedi
Dei fier Borussi al regnator guerriero,
E l’armigero norte i tuoi costumi
Ammira e loda.
Fra così grandi ambiziose cure
Godi o fingiti pur piacer sublimi
Che non invidia e non disprezza il saggio,
E invidia il volgo;
Gir non potran del par coi tuoi diletti
Nell’altra estate sul britanno lido.
Quando a delizia per la gran Riviera
Solcammo l’onda.
Che bel mirar gli occhi ridenti e i vezzi
Dell’alme ninfe serenar più il cielo,
Ed arrestar di tua nipote* il canto
L’aure volanti.
Unqua d’astro non scese in belle membra
Alma più bella ad adornar la Terra:
Oh come dolce parla e dolce ride
E dolce canta!
Omai del norte i Re cingon l’olivo,
E tu deh torna in queste ricche arene
Deliziosa a rigoder la vita
In bel riposo:
Dolce è il riposo dopo cure gravi,
Sedendo a mensa coi diletti amici,
E fra i bicchieri di buon vin brillanti
Narrando i casì.
*L’Illustrissima Signora Griselda Murray Baily.
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shelfmark 74.R.34.9
Record by Bianca Marracino