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Poetical text transcription
Già d’onor prive
Impallidìano in ciel vinte le stelle:
Già fuggitive
Per quei campi di luce ardean men belle:
Quando lucente,
Quanto più può,
Da l’Oriente
L’alba spuntò;
E fra l’ombre improviso
Folgoreggiò da le sue labra un riso.
Errando sciolto
Ondeggiava del crin l’ampio tesoro:
Sovra il suo volto
Pretiose piovean tempeste d’oro.
Più bella mai
In fronte al dì
Sparsa di rai
Già non uscì.
Su le guancie amorose
Parean le stelle esser cangiate in rose.
Da’ suoi splendori
Scende di perle rugiadoso un nembo;
E lieti i fiori
Veggonsi aprire innamorati il grembo.
Su ’l verde stelo
Fiore non è,
Ch’infido al Cielo
Neghi sua fè:
Quasi abbian vita e sensi
Offron gli odori e son gli odori incensi.
Schiere volanti
In applauso fastoso al novo raggio,
Con dolci canti
Movono a l’aure armonioso oltraggio.
D’argento il fiume
Più chiaro va,
Ch’a sì bel nume
Tributo ei dà:
E a tante gioie intenti
Taccion d’Amore incatenati i venti.
Da l’ampie sponde
Più non faccia per me Febo ritorno:
In seno a l’onde
Giaccia sepolto eternamente il giorno.
Non mi si toglia
L’alba qua giù;
Ch’altro mia voglia
Non chiede più.
Venga, chi veder vuole
D’alba sì bella invidioso il sole.
Country
Language
Shelfmark
collection Borromini
shelfmark S. Borr. Q.IV.223.102
Record by Nadia Amendola