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Poetical text transcription
Perché morte crudel d’atro veleno
Vibri da l’arco suo strali pungenti
E di fosco pallor gli occhi lucenti
Copra di lei, che ti sostenne in seno;
Non fia, Signor, che vincitrice a pieno
Suoi trionfi superbi inalzar tenti:
Che già VITTORIA infra beate menti
Gode di puro sol raggio sereno.
E se de l’empia già colpo fatale
Entro candido sen di virtù adorno
Ruppe con fera man stame vitale;
Là nel chiaro del Cielo ampio soggiorno
Vide tosto cangiar lampo mortale
Con usura di luce in più bel giorno.
Nel medesimo soggetto.
Come soffra sovente il furor’empio
Di fortuna crudel petto costante,
Seppe intrepida già tra fero scempio
Mostrar VITTORIA in giovanil sembiante.
E come al suo fedele anima amante
Erga di puro sen famoso tempio,
Fra le nuore latine al mondo errante
Quinci additò più glorioso esempio.
Ma vie più saggia per sentier di duolo
Scorte de’ germi suoi l’orme novelle
Dal suo carcer mortal si sciolse a volo.
Che per tesser’al crin glorie più belle
Dopo lungo sudor, mancava solo
Apprestar’al suo pie’ trono di stelle.
Segue.
Di lei, Signor, che sovra Olimpo ed ossa
In grembo al suo fattor lieta riposa,
Di pretioso cedro arte pietosa
Erga pira odorata a le fredde ossa.
Indi con ferro industre umana possa
Ida spogli di marmi e Scio pietrosa;
Perch’il Cenere pio destra ingegnosa
Con più bella pietà raccogliain fossa.
Forse un giorno avverrà, ch’in piaggia amena
Trionferà d’oblio, più che ne’ marmi,
Nel mio povero stile alma serena.
Ond’io di cruda morte incontro a l’armi
Per lei discendo in gloriosa arena
Campion di Pindo a guerreggiar coi carmi.
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Shelfmark
collection Borromini
shelfmark S. Borr. Q.IV.223.88
Record by Nadia Amendola