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Troja già cadde incenerita, e al Fato
Cedeste o suoi gran tutelari Numi,
Perché dunque cader de la vendetta
U ‘l mio diletto ULISSE?
Già nove volte de’ celesti segni
Fatto à il carro del Sol l’usata Via;
Che dell’onde e de i Venti
Ludibrio errante è il mio bramato Sposo:
Né di sua Vita o di sua Morte giunge
Aura lieve di fama in questo lido,
E forse in vano è l’amor mio sì fido.
Benchè giuste, benchè offese;
Implacabili non siate
Adirate Deità.
S’ei perì; deh chi me’l dice,
Perch’io pianga l’Infelice:
Ma s’ei geme in lontananza;
Per conforto di speranza,
Dite almen, se tornerà.
Degl’insolenti PROCI
Soffrir m’è forza la potenza audace,
Schernendo i lor malconsigliati amori.
Ah vieni, mia speranza,
Caro ULISSE a mirar vieni amoroso
Di PENELOPE tua l’alta costanza.
Il sol Piacer che sento in tanti affanni
È .o svenare il lor deluso affetto
Vittima a te, Conforto sol, che aspetto.
Godo di mille Cori
Vittima far gli ampori
Alla mia Fedeltà e al caro Sposo.
Quando verran gl’istanti
Che di sì folli Amanti
Ei meco riderà nel suo Riposo!
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shelfmark KW 756 B 3.36
Record by Giacomo Sciommeri