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S, Scherza meco il destino
S, Non più punture
S, Doppo ch’incenerita
S, Ma fra tanto
S, Quando un nastro mi doni
S, Tutto sangue e tutto foco
S, No che non è pietade
Poetical text transcription
Scherza meco il destino
E vuole ò Clori amata
Su le spoglie innocenti
Che si cingono il seno
L’armi vantar dell’Alma mia piagata
Quell’aculei pungenti
Che prefiggono al manto amato e legge
Mi feriscon la mano
Mentre te dice Amore
Che è maggior la ferita impressa al core.
Non più punture
Dolce mio caro ben
Ti bastano pur quelle
Che armate di sventure
Già fecero le stelle
Nel misero mio sen.
Doppo ch’incenerita
Vive l’Anima mia
Holocausto immortal del tuo bel foco
Godi ancor che ferita
Resti la man dal capo
Acciò il mondo conosca
Né si stupisca poi della mia fede
Che senza le faville
Armi delle pupille
Anco a caro ferisci un che ti vede.
Ma fra tanto
Con quel sangue che sparge la mano
Scrivi o Cruda la pena del cor
Né fia strano
Che il sangue ed il pianto
Son gl’inchiostri del Nume d’Amor.
Quando un Nastro mi doni
Per raffrenar del sangue
La libertà vermiglia
Non è pietà ma tema
Che il faretrato dio
Non ti faccia arrossir col sangue mio
Anzi perché non venga
L’impeto acceso a scaturir dal laccio
E la cagion palesi
Del mal che m’addolora
Tu vuoi che sia vermiglio il laccio ancora.
Tutto sangue e tutto foco
E’ il color de lacci tuoi
Mia tiranna deità
Perché vuoi
Ne tuoi lacci ancor per gioco
Di mostrar la crudeltà
No che non è pietade
darmi un laccio alla mano
quando è legato il core
Ma d’accrescer tu godi
Punture alle ferite e lacci ai nodi
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shelfmark Armadio 3.3
Record by Roberta Licitra