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Not recorded
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Stesso testo intonato da Alessandro Stradella. Il protagonista è Nerone. L'attribuzione a Cesti è ricavata da I-MOe, Mus. E. 279, c. 70-73v. Altra fonte adespota in GB-Lb, Add. 14209.
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Sopr'un’eccelsa torre
Claudio rida e Roma abbruci
Ardi Troia latina
Claudio rida e Roma abbruci
Voi ch'in soglio di pace
Chi desia di salde tempre
Giove è solo al governo
Claudio rida e Roma avvampi
Sì sì viva Nerone
La mia ragion di stato
Claudio rida e il mondo pera
Con sì barbari accenti
Debito non si fa che non si paga
Poetical text transcription
Sopr’un’eccelsa torre
Cui le nubi del cielo eran confine
Delle mura latine
L’ingendio a rimirar sedea Nerone
E del troiano scempio
Rinnovando l’esempio
Struggea quel cor di pietra
Di sangue sitibondo
La Regina del mondo a suon di cetra
Alle fiamme alle strida
Parea Roma l’inferno
Pluto Nerone ed Acheronte il Tebro
Sol di gioia tutt’ebro
Alle lagrime altrui Claudio ridea
E con superbo scherno
Moltiplicando ai ministri l’affanno
Queste voci spargea l’empio tiranno.
Claudio rida e Roma abbruci.
Ardi Troia latina
Face de miei trionfi
Corran superbi e gonfi
A sfidar la marina
Delle fiamme i torrenti
Et in pochi momenti
I colossi i trofei di cento lustri
Cadano a’ cenni miei disfatti ed arsi
Che non puote mirarsi
Spettacolo più bello
A tiranniche luci.
Claudio rida e Roma abbruci.
Voi ch’in soglio di pace
Adulati sedete
Voi che di volg’altiero
Di plebe contumace
L’insidie non credete
E per soverchia facilità d’impero
Le corone avvilite;
In cattedra di foco
Io leggo tirannia principi udite:
Chi desia di salde tempre
Fabricar l’usbergo ai troni
S’armi d’ira e mai perdoni
Creda poco e finga sempre
Ferri veleni e lacci
Traggono i rei di vita i re d’impacci.
Giove è solo al governo
A lui cede ogni stella
Il suo volere è legge
Punisce e non corregge
E se tal hor favella
Altra lingua non ha che tuoni e lampi.
Claudio rida e Roma avvampi.
Sì sì viva Nerone
E per maggior suo vanto
Ogni legge calpesti
Copra di reggio manto
Le rapine e l’incesti
Con sacrileghi scempi
Si profanino i templj
Britannico s’uccida
Ottavia s’avveleni
Il Maestro si sveni
Muora Poppea da ferine squadre
Trucidata la madre
Gema il Lazio arda Roma il tutto ingombra
Foco sangue furor spavento e lutto.
La mia ragion di stato
È la forza è l’inganno
Che s’io nacqui privato
Saprò morir tiranno.
Vuò tributo di pianti
Incenso di sospiri
E chi m’odia rimiro
Pria della notte mia la propria sera
Claudio rida e il mondo pera.
Con sì barbari accenti
Della tragedia sua non ben presaghi
L’empio mostro fremea
Ma nel banco d’Astrea
Debito non si fa che non si paga.
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Record by Teresa M. Gialdroni