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Analytical description
Un ferito cavaliero
O mio Signore e Re chi mi t'ha tolto
Chi mi chiamò felice
Ohimè fra tante spade
Non mi lusinghi più l'esser Regina
Ma se gl'ultimi accenti
Qui tacque e flagellata
Poetical text transcription
Un ferito cavaliero
Di polve di sudor di sangue asperso
L’anelante corsiero
Lascia né so s’ài piè cade o s’inchina
De la Sveva Reina
Dice l’Austriaco e ‘l Goto incerto Marte
E periglioso stringe
Io trafitto colà qui a morir vegno
Acciò del pianto tuo gl’estremi uffici
Habbia l’ucciso Re
Piangi del Cielo il torto
Piangi Regina ohimè Gustavo è morto
Sciolser cento Donzelle i biondi crini
In un diluvio d’oro
Si percossero il viso
E a sì funebre avviso
Esclamò la Regina
Con dolorose strida:
Datemi per pietade un che m’uccida.
O mio Signore e Re chi mi t’ha tolto
Barbara e fiera spada
Che ‘l suo sangue spargesti in caldo rio
Deh che non spargi il mio
Dunque l’invitto regnator del’Orse
Sotto il ferro di morte il capo inchina
Et io più nol vedrò deposto l’elmo
E ‘l marzial rigore
Gioir del nostro amore
E più non m’amerà
Datemi un che m’uccida ahi per pietà.
Chi mi chiamò felice
Incauta lingua errante
Se mi fece infelice in un istante
Ah bugiarda fortuna
Dal tuo favor fallace
Scender credevo io ben ma non cadere
Ahi morte ah sorte infida
Datemi per pietade un che m’uccida.
Ohimè fra tante spade
Non impetro una spada
Ma che dico che parlo
Dunque il Re Goto invendicato resta
Di chi gli diè la morte
Su su mia gente forte
Sveti Goti o Biarmi
Che dal Baltico mare al Reno algente
Debellaste ogni gente
Terror del mondo e fulmini di guerra
Sommergete la terra
Fra diluvi di sangue
Arda per le man vostre ogni cittade
ogni provincia abbrugi
Uccidete ferite
Non perdonate agl’empi
Al Germano feroce al crudo Ibero
Al’Italico audace
Non si parli di pace
Ma che vaneggio ohimè vedova afflitta
Abbandonata e sola
Fra nemici smarrita
A cui morte lasciò solo la vita
Ucciso è il mio Signor chi pugnerà
Datemi un che m’uccida ahi per pietà.
Non mi lusinghi più l’esser Regina
Che Regina non è
Chi teme esser condotta in servitù
Dunque il sangue real del Goto impero
Potrà privo di fasto
Paziente soffrire
Di straniero servaggio il giogo acerbo
Deh perché più riserbo
Quest’alma a lo schernir dell’empie stelle
Ahi mie care Donzelle
Mi trafigga di voi chi m’è più fida
Datemi per pietade un che m’uccida.
Ma se gl’ultimi accenti
D’un infelice misera che more
Ode il cielo pietoso
Oh capitan crudele
Che de le doglie mie formi i trofei
Facciano i preghi miei
Che fu fatto superbo
Contro il proprio Signor la spada cinga
Poi protervo e rubello
Del Aquila real fugga l’artiglio
Senza fè senz’honor senza consiglio
E t’uccida alla fine
Povero infermo e nudo
D’un Gregario Guerriero il ferro crudo
Ma misera che prò
Per questo il mio Signor non viverà
Datemi un che m’uccida ahi per pietà.
Qui tacque e flagellata
Dal duol mosse le piante
E furiando errò qual forsennata
Mirò Fortuna e con sorriso altero
Disse provi il mio sdegno
Chi le speranze sue pon nel Impero
E si fida del regno.
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shelfmark Mss. 1.3
Record by Irene Maria Caraba