Record num. 6991

Bibliographic level

Constituent unit

Type of record

Handwritten music

Date

Uncertain date, 1675

Title

Lontananza omicida / Ludovico Vatio

Music format

Full score

Linked names

composer: Vatio, Ludovico

Is part of

Redazione

[Venezia : copia, 1675]

Physical description

1 partitura (pp. 107-114) ; 220x290 mm

Watermark

Notes

L’inizio della cantata è caratterizzato da un letterone decorato; è presente sia una cartulazione (53-56) sia una paginazione (107-[114]); la datazione del manoscritto è suggerita da Wotquenne (cfr. Repertori bibliografici); la provenienza veneziana del manoscritto è desunta dalla presenza della filigrana con tre lune crescenti.

Uniform title

Scoring

Soprano e continuo

Bibliographic repertories

Analytical description

1.1: (aria, mi minore, c)
Lontananza omicida
2.1: (recitativo, c)
Come viver poss’io
3.1: (aria, sol maggiore, c)
Filli mia se talor sento
4.1: (recitativo, c)
Di rugiada feconda
5.1: (aria, la minore, c)
È follia che lontananza
5.2: (aria, mi minore, 3/2)
In Amor fido e costante
6.1: (recitativo, c)
Sovra la spond’ assiso

Poetical text transcription

Lontananza omicida
Carnefice crudel d’un cor ch’adora
Basta per far ch’io mora
Che dal bell’Idol mio tu mi divida.
Lontananza omicida.

Come viver poss’io
Lungi da quel sembiante,
Ch’è il mio Sole il cor mio?
Ah! Ch’in lontane arene
Privo de rai dell’adorato aspetto
Viver non può chi è senza cor in petto.
E se pur crudo Fato
Sotto Cielo straniero
Semivivo, e dolente
Fa, ch’in grembo al martir l’alma men spiri
È portento d’Amor che mi mantiene
Morto alle gioie sue, vivo alle pene.

Filli mia se talor sento
Sussurrar tra frondi ‘l vento
Per temprar i miei martiri
Bacio l’aure che respiri
Acciò volino al tuo core
A narrarti il mio dolore.

Di rugiada feconda
Sul mattino lucente
L’Alba non sorge ad imperlar i fiori,
Che non oda frequente
Il mio cor lacrimar tra fieri ardori.
Ma per pianto ch’io versi
La mia sorte di sasso unqua non frange,
Anzi misero sempre
Quando ridono i fiori afflitto io piango.

È follia che lontananza
D’Amor sciolga la catena
Se col vivere in distanza
Del suo ben s’ha maggior pena.
È follia che lontananza...
In Amor fido e costante
Soffrirò doglie e martiri
Sin che torni a quel sembiante
Che sanar può i miei sospiri
In amor fido e costante
Soffrirò doglie e martiri.

Sovra la spond’ assiso
D’un picciolo ruscello
Così cantò Fileno. E nel vederlo
Correr rapido al mar, disse a quell’acque:
«Il pianto mio vi gonfi» e qui si tacque.

Country

Italy

Language

Italian

Shelfmark

B-Bc - Bruxelles - Conservatoire Royal, Bibliothèque
shelfmark 690.17

Record by Giulia Giovani
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