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Voglio dirvela giusta;
V’amerei
Quanto potrei,
Ma il mio core
È un certo umore,
Che con vecchia beltà poco si aggiusta.
Voglio dirvela giusta.
Altri v’aduleria
Con ergervi a le stelle,
E dir, che siete voi tra le più belle;
Io, che nemico son de la bugia,
Dico liberamente
Con sincere parole,
Che voi sembrate un sole,
Ma un sol, che già tramonta a l’Occidente;
Onde non sia stupore,
Se de vostr’occhi al languido splendore
Ora non volgo innamorato il ciglio,
Ch’io vo cercando amore e non consiglio;
E se pure ad amarvi io mi risolvo,
Sarò il maggior’amante,
Ch’abbia il cieco volante
Tra le sue fide squadre,
Che come figlio v’amerò da madre;
E se fin’or vi parve,
Ch’io fossi adorator del vostro merto,
Deh credetemi certo,
Ch’io venerai a vostra età vetusta.
Voglio dirvela giusta ecc.
Se tal’ora in mirarvi
Voi sospirar m’udite,
Non ve n’insuperbite;
Poiché in vedere il vostro sen spolpato,
Il sembiante rugoro,
L’occhio sepolto, il crine inargentato,
E contandovi addosso
Minutamente ad un per uno ogni osso,
Un pensiero mortale
In un punto mi assale:
Che non solo sospiro,
Mentre gl’occhi a voi giro,
Ma verso in contemplarvi un mar di pianti,
Parendomi d’aver la morte avanti.
Ora pensate voi come poss’io
Viver per voi d’amor tra le ritorte;
Che odiar si suole e non amar la morte.
Ma se aspira il vostro core
Ad affetto giovanile
Vi conviene usar lo stile,
Di cui servonsi in amore
Molte donne accorte e astute,
Che per fars’idolatrare,
Benché sian grinze e canute,
Con maniere industri e rare
Adoprano un rimedio ottimo e sano,
Han l’argento nel crine e l’oro in mano,
Così fate ancor voi,
Che ben vedrete poi
E canto amanti e cento
Ardere in un momento,
E aver sempre per voi l’anima adusta.
Io vel’ho detta giusta.
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shelfmark ARCA VII 24.216
Record by Nadia Amendola