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Ho da vederle tutte;
Credea che sol le belle
Fossero a me rubelle,
Ma trovo crudeltà pur ne le brutte.
Ho da vederle tutte.
Per non esser soggetto
A gelosi rancori,
A tormenti a dolori,
Amo deforme aspetto.
È ben ver che mi spaventa
La sua gran deformità,
Ma però più mi tormenta
La sua fera crudeltà;
Che negando al mio cor dolce ristoro,
Vende la sua bruttezza a peso d’oro.
Benché motivo alcuno io non avrei,
Per esser sì deforme,
Da ingelosir di lei,
Pur mi dice ad ognora,
Che amante ognun l’adora;
E mentre i miei rivali
A me talor’accenna ad uno ad uno,
Dice ancor che ciascuno
Porta per sua beltà ferito il petto,
E vuol ch’io sia geloso a mio dispetto.
Ma poco mal saria,
Che sol la gelosia l’alma affliggesse,
Ma con ripulse spesse,
Proterva a miei desiri,
Vuol che senza mercé per lei sospiri,
E fa restar le mie speranze asciutte.
Ho da vederle tutte ecc.
Ebbe ragione assé
Chi a donna mortale
Di superbo animale
Il titolo già dié.
Tale appunto è colei,
A la cui bruttezza
Io, folle, consagrai gli affetti miei;
Che, benché di bellezza
Orma alcuna non serbi,
Ha pensier si superbi,
Che dal volto bruttissimo di lei
Pensa, ch’ardano i dei,
E languiscano l’alme arse e distrutte.
Ho da vederle tutte;
Credea che sol le belle
Fossero a me rubelle,
Ma trovo crudeltà pur ne le brutte.
Ho da vederle tutte.
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shelfmark ARCA VII 24.212
Record by Nadia Amendola