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Poetical text transcription
Per farvi credere,
Ch’io sono amante,
Come ho da fare,
Già che il mio piangere
Non è bastante,
Ne il sospirare?
Forse da un’erta balza,
Che al par del ciel s’inalza
Ho da precipitarmi?
O nell’onda corrente
Di veloce torrente
Disperato annegarmi?
O pur dovrò tra i solitari orrori
D’impenetrabil selva
Darm’in preda ai rigori
Di famelica belva,
Perché fede prestiate al mio penare?
Come ho da fare?
Se priva di fede
Or Filli non crede
Ai rapidi fiumi,
Che mesti spargete,
Andate, che siete
Da pochi miei lumi;
Chiudetevi pure;
Meglio, o luci, è per me, che siate oscure.
Ma già che il piangere
Non è bastante,
Ne il sospirare;
Per farvi credere,
Ch’io sono amante
So, c’ho da fare.
Questo ferro, che impugno,
Con gradito rigor di crudeltà
Sì, sì m’ucciderà;
E in dar la morte a me
A voi noto farà
L’amor mio, la mia fè;
Su ferro pietoso
Uccidimi tu,
E ‘l petto angoscioso
Trafiggi, su, su;
Con note di sangue
Palesa l’ardore
Del’alma, che langue,
A un perfido core
Tiranno sdegnoso
Di mia servitù.
Su ferro pietoso
Uccidimi tu.
Ma per far nel mio cor l’ultime prove
Il ferro non si move,
E reso per mio duol troppo cortese,
Solo avvezzo a ferir gente nemica,
Par tra di sé, che dica,
Ch’altri uccider non vuol, che chi m’offese;
Ma intendo l’impietà di stella infida,
Che non vuol ch’io m’uccida;
Ond’ora io sono ad ubbidirla intento,
E poi m’ucciderò, se non mi pento.
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shelfmark ARCA VII 24.177
Record by Nadia Amendola