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Poetical text transcription
A che sete bone
Lusinghiere mie speranze,
Se in sì dure lontananze
Altro non fate voi, che dar canzone?
A che sete bone?
Con poetiche bugie
Voi mi dite a tutte l’ore,
Che di Filli a lo splendore
Torneransi a sposar le luci mie.
Onde a nove si tranquille
Par, che l’alma si console;
Ma in mirar l’amato sole
Restan vedove ancor le mie pupille;
Sol versando amare stille,
Che non formino ho timore
Su l’inferno del mio core
Novo fiume letal d’oblivione.
A che sete bone? ecc.
Mentre l’indiche arene
Con pennello di luce Apollo indora,
Del lontano mio bene,
Che a me non giunge ancora,
L’amara rimembranza
Fa vie più disperar la mia speranza;
Ne trova altro sollievo il core amante,
Che contemplar nel sole il suo sembiante.
Poscia ne l’apparir del’ombre oscure,
Dopo aver meditato
In que’ taciti orror le mie sventure,
Nel manto ricamato
Da fulgid’astri a la notturna Dea,
Gode di vagheggiar l’orfano sguardo
Del bell’idolo mio le luci, ond’ardo;
Ma folle che vaneggio!
Qual mai porger potranno il sole e gli astri
Amoroso conforto a miei disastri,
Se ne le sfere io veggio
Con orrendi caratteri di morte
Registrato il rigor d’iniqua sorte,
ch’a tragiche sventure ognor mi espone?
A che sete bone
Lusinghiere mie speranza,
Se in sì dure lontananze
Altro non fate voi, che dar canzone?
A che sete bone?
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shelfmark ARCA VII 24.162
Record by Nadia Amendola