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Se il mio core non s’ingegna
Con sospiri menzogneri
Di goder giammai non speri;
Sol la frode in amor trionfa e regna.
Simular pene e tormenti,
Finger sempre di morire,
Sono i primi erudimenti,
Che a chi brama di gioire,
Maestro di menzogne, amore insegna.
Se il mio core non s’ingenga ecc.
I Bireni, i Tesei,
Nel cui mentito core
Spiegò l’infedeltade i suoi trofei,
Per godere in amore
Le bramate bellezze,
Avidi di mercede,
Giurando eterna fede,
Con finte languidezze,
Con pianti adulterati
Fingevan d’esalar gli ultimi fiati;
E sì ben simulàro ogni sospiro,
Che il tesoro più caro
A le credule donne alfin rapiro,
Che poscia ebri di gioia abbandonàro;
Ond’esse in grembo a disperati affanni,
Pianser nell’altrui fuga i propri danni.
Cos’appunto, così,
Qual’Olimpia e Arianna,
Ogni beltà tiranna
Tal sventura soffrir merta oggidì;
Poiché le donne avvezze
A tradir sempre mai chi più le adora,
Ben giusto sia, che sien tradite ancora.
Or per costringere
Bellezza ria
Ad esser pia,
Bisogna fingere.
Per render vinto
L’amato bene,
Con pianger finto,
Il duo conviene,
Saper dipingere.
Bisogna fingere.
Per trionfare del barbaro rigore
D’un ostinato core,
Vertud’è il simular, gloria la frode;
Chi più finge in amor, sempre più gode.
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shelfmark ARCA VII 24.112
Record by Nadia Amendola