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Meco scherzando amore
Con la sua face un dì
Rese amante il mio core,
E non so dir di chi;
Vorrei saper chi è
Quella per cui mia fè
Languisce in servitù?
Ha ne’ begli occhi suoi
Il sol, c’hai tu ne’ tuoi;
Se non m’inganno, credo, che sii tu.
La bella per cui moro
Ha il ciglio, com’il tuo, crudele e fiero,
Ha il guardo, com’hai tu, superbo e altero,
E nel crin d’ambedue folgora l’oro.
Tra sua fronte e la tua non v’è giammai
Disparità veruna,
Che dai medesmi biancheggianti rai,
Che Cintia in cielo aduna,
A l’una e l’altra inargentata fu;
Onde quella per cui vivo in affanno,
Se non m’inganno, credo, che sii tu.
La bella per cui spiro
Ha nel suo volto quelle rose istesse,
C’hai tu ne le tue gote al vivo impresse;
E in essa e in te pari candore io miro.
La sua bocca e la tua con furto eguale
Hanno a l’alba involato
Un candido tesoro orientale,
Che non può stare agli occhi altrui celato,
Poiché il riso lo scopre ognora più;
Quindi l’empia cagion d’ogni mio danno,
Se non m’inganno,credo, che sii tu.
Ma in mirar la tua beltà,
Se soffrendo un cruccio immenso
Si smarrisce ogni mio senso,
E piu spirto il cor non ha;
Or chi sia
Che a l’alma mia
Involò la libertà,
Di rintracciar dubbioso in van m’affanno;
Tu sei quella, che adoro e non m’inganno.
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shelfmark ARCA VII 24.103
Record by Nadia Amendola