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O come ben racchiude
Eloquente amatore in picciol foglio
Immensità di pene acerbe e crude,
Perch’io creda verace il suo cordoglio;
Ma ne l’oscurità di nere note
D’una sincera fede il bel candore
Chiaro apparir non puote;
Onde nel fosco orrore
D’un inchiostro loquace,
Dell’amorosa face,
A cui vanta nel sen cadere il loco,
Sol veggio il fumo e non distinguo il foco.
Chi a govanil sembianza
Tal’or raggira curioso il guardo,
L’iperbolica lingua ha per usanza
Sciorre a le lodi, adulator bugliardo;
L’orme egli stampa, ov’ella volge il piede.
E in seguirla indefesso e pronto al moto,
A lei prestar si vede
Un ossequio divoto;
Se poi seco favella
Le dà vanto di bella,
Indi soggiugne, che d’amor languisce;
E non men de la lingua il cor mentisce.
Debil cor femminile
Ha la semplicità per sua maestra,
E la credulità parto assai vile
È di Donna inesperta e poco destra;
Forma un’incanto a lei prego erudito
Di facondo amator, ch’adula e finge,
E con pianto mentito
All’amor suo l’astringe;
Quando poscia egli mira
Ch’arde anch’essa e sospira,
Perfido schernitor d’ogni suo vezzo,
Un sviscerato amor cangia in disprezzo.
Così gli scherni vostri
Or paventa il mio core accorto e saggio,
Ne presta fede a menzogneri inchiostri,
Ch’esprimon l’ombra, e non del foco il raggio
Ma se in voi fosse il duol verace e certo,
Vinta de la pietà, forse sarei
Servi del vostro merto
Tutti gli arbitri miei;
E sapriavi gradire
L’inchinato desire;
Ma perché finto il vostro amor tem’io,
Fo ribelle a me stessa il genio mio.
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shelfmark ARCA VII 24.92
Record by Nadia Amendola