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Gelosia, co’ tuoi sospetti
Mille pene a l’alma apporti;
Amareggi i miei diletti,
Avveleni i miei conforti,
Involi a le mie luci ogni riposo;
Mai non dorme in amore un cor geloso.
Figlia sei d’un cieco dio,
E cent’occhi apri a miei danni;
Sei di gelo e ‘l petto mio
A le fiamme ognor condanni;
Figlia sei d’un vilissimo timore,
E mi generi in sen rabbia e furore.
Voi bellissime pupille
Mentre ad altri v’aggirate,
All’ardor di mie faville
Freddo gel sempre meschiate;
Col volger ad altrui cortese il guardo
Siete cagion, che in mezzo al ghiaccio or’ardo.
Luci care, amate stelle,
Del mio cor comete infide,
Pur ch’altrui siate rubelle
A me ancor siate omicide;
Purché ciglio rival mai non vi miri,
Sien per me sempre oscuri i vostri giri.
Pria, che sia Pino Anglicano
Del nemico in preda all’ire,
Contro se reso inumano
Vuol nel foco incenerire;
Così, purché il mio ben d’altrui non sia,
Di dar morte a se stesso il cor desia.
La Reina dell’Egitto
Per non render più pompose
Le vittorie a Ottavio invitto,
Ad un angue il seno espose;
Qual Cleopatra, anch’io, tal brama accoglio,
Pur che non goda altrui morire io voglio.
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shelfmark ARCA VII 24.80
Record by Nadia Amendola