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Poetical text transcription
Con disdegno assai vago,
Di tinta alquanto oscura
Mista a bruno color, pinte natura
Del bell’idolo mio la fosca imago;
Ma benché bruna sia la sua bellezza,
Sempre al ferir’avvezza,
Mille saette e mille a l’alma aduna;
Che all’or fulmina il ciel, quando s’imbruna.
Ne la stanza più infocata,
Dove suda il zoppo Dio,
Filli ardita un dì sen gio,
E restò si affumicata;
Questo fù quando adirata
Contro il misero mio core,
Per armar l’arciero amore
A Vulcano ordinò frezza assai dura,
E ’l fumo a lei rimase e a me l’arsura.
Quel ombretta, che si vede
Passeggiar nel suo sembiante,
Del mio core è l’ombra errante,
Che penando ivi risiede;
Dilli a lui già morte diede,
Perché troppo la mirò;
Onde amor lo condannò
Tra gli orrori a penar del suo bel viso,
Che inferno è al core e agli occhi un paradiso.
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shelfmark ARCA VII 24.73
Record by Nadia Amendola