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Non conosco gelosia,
Né comprendo i suoi rigori,
E quel gel, che agghiaccia i cori
Non è noto a l’alma mia.
Non conosco gelosia.
Dunque s’altri il mio sol vagheggia e mira,
S’altri l’ama e l’adora,
E se per sua bellezza ogniun sospira,
Tra folli gelosie convien, ch’io mora?
No, no, non sia mai vero,
Che geloso pensiero
Con sospetti sì vani
La mia costanza e la sua fè profani.
Sien pur mille amatori
Del suo vago sembiante
Idolatrici, seguaci e ammiratori,
Ch’ella a me sol costante,
E ad ogni altro proterva
Sempre intatta la fede a me conserva.
Son mie glorie e miei trofei,
Che ciascuno ami il mio bene,
E che sien d’altrui le pene,
E i contenti sieno miei.
Onde l’ingelosirsi è gran follia.
Non conosco gelosia, ecc.
Ferito il cor da l’amoroso dardo
Inebrii pure ognuno
Nel suo bel volto il sitibondo sguardo,
Che Tantalo digiuno
Le dolcezze d’Amor non sia, che tocchi;
È rapina gentil quella degli occhi.
Gelosia mostro d’amore,
Crud’aletto
D’ogni petto,
Va pur lungi dal mio core;
Non ammette il tuo rigore
Alma, che adora una beltà costante;
Ingelosir non può gradito amante.
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shelfmark ARCA VII 24.61
Record by Nadia Amendola