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Watermark
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Uniform title
Poetical text transcription
Voi siete sventurate
Amorose mie pene;
Con fierezza crudel mi tormentate,
E nol crede il mio bene;
Onde per me son vani
Vostr’inumani e dispietati uffici;
Non si crede al penar degl’infelici.
Del più barbaro dolore,
che inventar sappia il rigore
Son per lei misero erede,
E l’ingrata non mi crede.
Aspirando a mie rovine
Rese amor col suo bel crine
Prigioniera la mia fede;
E l’ingrata non mi crede.
Sempre intorno a le faville
Di sue fulgide pupille,
Qual farfalla, aggiro il piede,
E l’ingrata non mi crede.
Sul mio ciglio egro e languente
Fa vedersi il cor dolente
Per aver da lei mercede,
E l’ingrata non mi crede.
Ma già, che al dolor mio
La mia bella tiranna unqua non crede,
Mie pene vilipese
Ritrovate un martir, che sia più rio.
Con impulso feroce
Sul mio labro tremante
Fate correr veloce
L’anima agonizzante,
Finché su l’ali de’ sospir funesti
Fugga dal seno e senza vita io resti.
E se pur l’empia (oh Dio)
Nel mirar di mia vita il fil reciso
Incredula si rende all’amor mio,
Almen la morte mia dentro il suo petto
Desterà la pietà se non l’affetto.
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shelfmark ARCA VII 24.50
Record by Nadia Amendola