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Il disprezzo di Filli è la mia vita;
Ella superba il mio servaggio abborre,
E lontana sen corre
Dagli affetti di lei l’alma schernita.
Il disprezzo di Filli è la mia vita.
Le confuse ritorte
A distrigar del nodo gordiano
Sudò più d’una mano,
E di sciorlo giammai non ebbe in sorte
Chi con accorto ingegno
Ogn’industria adoprò d’arte maestra;
Senza stancar la destra
Di svilupparlo alfin solo fu degno
Con ardire ammirando
Del macedone eroe l’invitto brando.
Stretto anch’io dal forte nodo
D’amorosa servitù
Mai disciorlo in alcun modo
Non ebbe la ragion forza o virtù.
Ma se Filli con un vezzo
Rese schiava la mia fe’
Sciolse poi con un disprezzo
Dai legami d’amor l’avvinto piè.
Or piu ne’ lacci suoi non sia, ch’io cada;
Che fu l’oltraggio suo, per cui già piansi,
D’Alessandro la spada,
Onde al mio piede le catene infransi,
E resi al cor la libertà gradita.
Il disprezzo di Filli è la mia vita.
Quando ride un bel labro
Ben’allor si può dir, che il core è anciso;
Poiché quel dolce riso
Di cruda morte è fabro;
Ma se poi di fierezza
Armasi a l’altrui danno
Discortese bellezza,
Cessa la servitù,manca l’affanno,
E si salda del cor l’aspra ferità.
Il disprezzo di Filli è la mia vita;
Ella superba il mio servaggio abborre,
E lontana sen corre
Dagli affetti di lei l’alma schernita.
Il disprezzo di Filli è la mia vita.
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Shelfmark
shelfmark ARCA VII 24.43
Record by Nadia Amendola