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Libertà di pochi dì,
Che il mio core lusingò,
Fu un bel sogno, che ingannò,
Fu un baleno, che sparì;
Fu un’ombra, un fumo, un vento,
Ch’andò, svanì, volò pria d’un momento.
Sol per breve intervallo,
Quando s’accinse a renderm’infelice
Co’ tradimenti suoi
Bellezza ingannatrice,
La fiamma del mio cor si fè di ghiaccio,
Si sciolse il nodo e non si ruppe il laccio;
E benché l’alma irata
Momentanei trofei
Vantasse già di libertà sognata,
E le fiamme d’amor prendesse a gioco;
Ah, ch’io ben m’avvedea
Al fumo de’ sospir, che il cor spargea,
Che mai non s’era estinto il mio gran foco;
Anzi per far’eterne
Le mie fiamme amorose,
Sotto ceneri fredde amor le ascose;
Quindi all’or, ch’io credea
Di trionfar disciolto
Dai legami, onde avvolto il cor si dolse,
Per stringermi più forte amor mi sciolse.
Più duro al mio core
Il nodo restrinse
Il perfido amore;
E all’or, che mi avvinse
Giurò eterne al mio piè le sue ritorte,
E non vuol, che le franga altri che morte.
Vuol la barbara possanza
D’infierite e crude stelle,
Che idolatri l’incostanza
Di due luci infide e belle.
Ecco dunque ch’io ritorno
Ad amar quei soli ardenti,
I cui raggi risplendenti
Rendon più chiaro a le mie luci il giorno.
Delizie novelle
Inondino il petto;
Di fiamme più belle
Il cor sia ricetto;
Chi a le sponde natie rivolse il tergo
Gode più quando riede al patrio albergo.
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shelfmark ARCA VII 24.27
Record by Nadia Amendola