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Poetical text transcription
Quanto m’adirerei col mio destino,
se d’ogni mio dolore
Io non stimassi l’autore
Il cieco volator, Nume bambino?
Quanto m’adirerei col mio destino?
Mentre oppresso dal duolo a l’aure io scioglio
Mille accesi sospiri
Nunci del mio cordoglio,
Se nascer non credessi i miei martiri
Dal barbaro rigor del Dio bendato,
Vorrei ad una, ad una
Sgridar le stelle, maledire il fato,
Bestemmiar la fortuna;
Ma ben mi avveggio (oh Dio)
Che idolatrando una beltà tiranna
È il crudo amor, non il destino rio
Ch’a si strani flagelli il cor condanna.
Che ci han che far le stelle?
Che colpa ha il cielo, e il fato
Se cagion del mio duolo è il Nume alato?
Voi che non siete
Auree comete
Fabre rie de la mia morte;
Né crudeli
Sono i cieli
Inclemente il destin, fiera la sorte.
Il mio fato dispietato
Si raggira in due pupille;
E son quelle
L’empie stelle,
Che condannano il core a le faville.
È amore il destino
De’ folli amatori
Ch’a un volto divino
Consagrano i cori.
Con leggi severe
Ei l’alme raffrena,
Fa schiavo il volere,
L’arbitrio incatena.
Chi amando sospira
Dal duolo agitato
A torto sdegnato
Col cielo s’adira;
E in vano del fato
Incolpa il rigore;
Il destin degli amanti è solo amore.
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shelfmark ARCA VII 24.26
Record by Nadia Amendola