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Poetical text transcription
Mio pensiero indefesso
Spieghi troppo frequente i vanni tuoi,
Onde in aprire a l’aure un vol sì spesso
Stanchi il sen, l’alma opprimi, il core annoi,
Troppo mi affligi, ahi lasso, all’or, che vai
Per occulto sentier volante ignoto
A vagheggiar d’empia bellezza i rai;
Sospendi pure a le tue penne il moto,
Arresta il passo a l’impennato piede;
Non merta i voli tuoi chi non ha fede.
Se da lei volar vuoi tu,
Non curando i miei tormenti,
Sciogli pure il volo a i venti,
Ma da me non tornar più.
Ma chi t’impiuma il tergo o mio pensiero?
Chi le penne t’impresta,
Onde voli sì rapido e leggiero
Da colei, che il mio core odia e detesta?
Amor’esser non può,
Che già dal petto mio lungi n’andò.
Forse non ammorzò sdegno severo
Nel’onda del oblio
La fiamma, che cagion fu del mio duolo,
Onde dal foco mio
Prende veloce impulso ora il tuo volo?
Ah so ben’io, ch’estinse
Di perfida beltà
La ria malvagità, del cor gl’incendi,
Ma tu scotendo i vanni or gli riaccendi;
Quindi da un picciol vento
Figlio de’ voli tuoi, destar mi sento
La fiamma al sen, ch’ogni mia pace invola;
È mantice a l’ardor pensier, che vola.
Tiranno maggiore
Più crudo e piu fiero
Nel regno d’amore
Non v’è del pensiero.
Ei sempre funesta
Le gioie de l’alma,
E cangia in tempesta
D’un core la calma;
Onde all’or, ch’altri piange e si lamenta,
È il pensier non amor che lo tormenta.
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Shelfmark
shelfmark ARCA VII 24.24
Record by Nadia Amendola