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Poetical text transcription
Amor cangia desire
E a più bell’opra intento
Lascia omai di ferire,
Ch’esser dovresti in saettar già stanco;
Spoglia l’armato fianco
Del faretrato incarco,
E ‘l formidabil arco
Giaccia inutile arnese al suol disperso,
E con lo strale aurato,
Che fè d’ogni Amator strage e flagello
Trasformato in pennello
Dipingimi nel cor l’idolo amato;
E dimostra a i mortali,
Che piangere e impiagar fanno i tuoi strali.
Ne’ chiari umori
Del mio gran pianto
I tuoi colori
Distempra in tanto;
E poi con lo strale,
Che crudo e mortale
Il sen mi ferì,
In mezo al cor dipingila così.
Per esprimere al vivo
De’ biondi crini suoi l’oro nativo,
Col pennel favoloso
Pingi il motor de la stellata sfera,
Che nutrendo nel cor foco amoroso
Per Danae prigioniera,
Dal suo Trono gemmato
Nel sen le piova in un diluvio aurato.
Pingi negli occhi il sole,
Ma in quella guisa appunto,
Ch’egli colà in Tessaglia
Col fulminante dardo
Ferì ‘l pitone in singolar battaglia,
Che con lo stral d’un guardo
Anch’essi intenti a saettare i cori
San far de’ dardi tuoi colpi maggiori.
Per formare il vermiglio
De la guancia vezzosa
Pingi l’istessa rosa,
Che il piede eburno a Citerêa ferì,
E poi col sangue suo la colorì.
Poiche dipinto avrai
Gli occhi, le gote e i crini,
I denti tuoi così formar potrai.
Pingi del sol nascente
La morbida figlia all’or, che piange
In riva a l’aureo Gange
A l’apparir del genitor lucente,
E ch’essa poi de la vermiglia bocca
Su la purpurea foglia
De la piangente aurora
Le congelate lagrime raccoglia;
Onde poscia a vederle
Sembrino agli occhi altrui candide perle.
Da me sempre incrudelita
Volga il piè poi Filli ingrata,
Che l’imagine adorata
Porterò nel cor scolpita.
Ne giammai vantar potrà
L’onda impura de l’oblio
Scancellar dal petto mio
La dipinta sua beltà;
Che Deità immortale
Onda di Lete ad abolir non vale.
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shelfmark ARCA VII 24.19
Record by Nadia Amendola