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L’appellativo della cantata-oratorio è a carta 56r (principio della seconda parte); il manoscritto apparteneva alla collezione di Giuseppe Sigismondo, acquisita dalla Biblioteca alla sua morte.
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Bibliography
Analytical description
Misera! E dove mai rivolgo il passo?
Di mille affetti e mille
Ingrata umanitade ecco una volta
Scenda dal Ciel sereno
Di qual letizia il core
Se trionfante altera
Invan tenti superba
Se talor nel seno oppresso
Nunzia del Divin Sole
Taci verrà Maria
Qual celeste contento
Di superbia un sol pensiero
Sgombra larva d’abisso
Vieni diletta ancella
Io che pe’ figli miei
Quest’ardor che il sen m’accende
Almo increato ardore
Se a lei piacer tu vuoi
Dunque in sì lieto giorno
Viva in Cielo, in terra viva
Poetical text transcription
[Prima parte]
[Umanità]
Misera! E dove mai rivolgo il passo?
Per un misfatto io sono
Tanto in odio a me stessa;
Piango dal Cielo oppressa
Quell’eccessivo dono
Di cui son priva e per cui pria m’andava
Sì fastosa ed altera. Empio rimorso
Mi lacera, mi sbrana e un funesto
Terror m’ingombra; giro il guardo e veggo
Morti e ruine, aborro
Ciò che mi vien davante.
Del Genitor primiero
L’error rammento e quindi ad ogni istante
Vò gridando pietade e non m’avanza
Fra tanti mali un raggio di speranza.
[Umanità]
Di mille affetti e mille
Già contro me si desta
Orrida e ria tempesta
Per farmi naufragar.
Son misero naviglio
In preda al flutto infido
Né v’è chi al caro lido
Lo possa alfin menar.
[Amor divino]
Ingrata umanitade ecco una volta
Paghe le brame tue. Rifletti, oh stolta,
Quanti pegni d’amore ricevesti
Da me. Dal nulla al mondo
Io ti formo e in ricompensa
Di quel pomo vietato
Per esser nella scienza eguale a Dio
Forsennata ti cibi. Allor di morte
Tu fosti rea e nella colpa immensa
T’aborii, ti scacciai, ma invan l’affetto
Che per te nutro in seno
Di obliare cercai ed al riparo
Subito accorsi, e se da donna imbelle
Nacquero tue sciagure altra formai
Di purità, di santità Regina,
Nobil donzella il di cui grembo io stesso
Feconderò, ma Vergin sempre e madre
Sarà sapor dell’infernali squadre.
[Umanità]
Dunque qual speme avrò? [Amor Divino] Ciò che promisi
Adempito vedrai.
D’Anna nel nobil seno
Ecco vagisce la colomba intatta
Quella che dall’Eterno
Fu preservata dal comune errore
Della colpa mortal riparatrice
E del proprio Fattor la Genitrice.
[Amor Divino]
Scenda dal Ciel sereno
Stella propizia a voi
Che in placido baleno
Diffonda i raggi suoi
Di Santa purità.
In questo mar turbato
Da nera e ria procella
Scenda la pura stella
Ch’abbia di voi pietà.
[Umanità]
Di qual letizia il core
Colmo mi rendi! [Colpa] Invan folle che sei!
Sogni gioie e contenti,
S’io vanto sopra te lungo domino.
[Umanità]
Difender mi saprà l’Amor Divino.
[Colpa]
Con qual speme ciò pensi
Se di te trionfaro i regni miei?
[Amor Divino]
Colpa infelice e ria
A difesa dell’uom nasce Maria.
[Colpa]
Nasca! Che pro! Donna che d’Eva viene
Non avrà sciolti il piè da mie catene.
[Amor Divino]
Taci mostro ribelle! Era con Dio
Fuor d’ogni tempo in ogni tempo uguale
Della Vergine Madre il bel candore.
[Colpa]
Varia dunque così sue leggi il Cielo
Ch’esser denno comuni? E qual ragione
Una sol donna esenta
Quando di tutto è il fallo?
S’ingannano i viventi
Di sperar da una donna
Doma la servitù, sgombri i tormenti.
No, l’Inferno non dorme
D’originaria colpa il rio veleno
Spargerò come a tutti ad ella in seno.
[Colpa]
Se trionfante altera
Spiegò l’invitte insegne
La gloria mia primiera
Già veggo rinnovar.
E sarò più famosa
In questo nuovo evento
Se l’alma gloriosa
Io giungo ad adombrar.
[Amor Divino]
Invan tenti superba
D’infestar d’Anna il grembo, ella Maria
Concepì pura e intatta;
Che in terra a partorire un Uomo Dio
Per legge eterna dell’Eterno Padre
In un tempo sarà Vergine e Madre.
[Umanità]
Io d’Anna in grembo il mio riscatto adoro.
[Amor Divino]
Gioisca ogni mortale
E veneri in Maria il suo ristoro.
[Umanità]
Quanta bontà mio Dio non merta tanto
L’uomo che fu sì ingrato.
[Amor Divino]
È ver, ma perché in petto
Serbo in lui tenero amor di Padre
Mi preme il suo riparo
E se la Colpa aborro, l’uom m’è caro.
[Umanità]
Signor a tal bontà che dir poss’io?
Il merto mio qual è. Sapessi almeno
Render le grazie… ah che non son bastante…
Né sa formar parole il cor tremante.
Già l’Infante Divina
Adoro col pensiero, in lei ravviso
Ristretto il Paradiso.
Del sommo Dio tempio è animato
Ed in quell’alma eccelsa
Colui che solo vive in tre distinto
Si vagheggia e si specchia. Oh gran mistero!
Ah! Se di tua virtude un raggio solo
Fia che giunga ad entrar nel seno mio
Oh gran gioia per me più non desio.
Figlia del Divin Padre,
Madre del Divin Figlio,
Del Santo Amore amata, sposa eletta
Da te l’Umanità sua pace aspetta.
[Umanità]
Se talor nel seno oppresso
Vacillante è ancor la speme
Deh soccorra il cor che geme
Il poter di tua virtù.
Con tal segno all’alma impresso
Sopportar potrò da forte
Il volere della sorte
Che mi vuole in servitù.
[Amor Divino]
Nunzia del Divin Sole
Sarà l’eccelsa donna
Fra mille e mille eletta;
Ella la più perfetta
Sarà di quanti mai furo miei figli.
[Colpa]
Esente da perigli
Non anderà. Ancora, ancor costei
Avvolta si vedrà fra lacci miei.
[Amor Divino]
Taci, verrà Maria
Dal duro giogo ingrato
Il mondo a sollevar.
[Umanità]
Sento nell’alma mia
A nome così grato
La pace ritornar.
[Colpa]
Lascia sì gran follia
Cessa di vaneggiar.
[Umanità]
Parti [Colpa] Perché [Amor Divino] Superba
[Umanità, Amor Divino, Colpa]
La gloria a lei si serba / La gloria a lei si serba / La gloria a me si serba
Di liberar dall’onte / Di liberar dall’onte / Colmar di oltraggi e d’onte
L’oppressa umanità. / L’oppressa umanità. / L’ingrata umanità.
[Seconda parte]
[Umanità]
Qual celeste contento
Oggi l’alma m’inonda! Ecco avverate
Le promesse de’ Padri. Ecco l’aurora
In cui fugate e spente
Le tenebre del fallo in chiara luce
Ritorna il mondo. Il dì tanto bramato
Ecco pur giunto in cui l’Infernal drago
L’altiera sua cervice
Chinerà sotto al piè di sì gran donna
E al folgorar di quelle luci belle
Fra ceppi resterà l’empia Babelle.
[Colpa]
Quanto, o folle, t’inganni
Se credi alle lusinghe
De’ tuoi Padri e Profeti. Alla bilancia
Dell’incorrotto onnipotente Nume
Già di te fu deciso. Invan pretendi
Scuoter l’antico giogo in cui t’addusse
Il fallo tuo primiero
Né giova a lusingarti
Una folle speranza;
Che se di Dio sprezzasti il gran divieto
Non può mutarsi il giusto suo decreto.
[Colpa]
Di superbia un sol pensiero
Là nel centro dell’Inferno
Duro affanno e duolo eterno
Pena immensa a me portò.
E tu credi lusinghiero
Che di tanto error pietade
Avrà il Ciel che s’adirò?
[Amor Divino]
Sgombra larva d’abisso
Né funestar la gioia
Che spunta tra mortali.
La bambina che nasce
Il cui puro candor la luna eccede
T’avvincerà fra le catene il piede
E per tuo duolo immenso
Rilucerà il suo crin
Di mille e mille stelle
Splendenti. Ella è la donna
Forte che Oloferne
Svenò, ella soccorse
Al popol di Betulia; odi quell’inno
Di giubilo comune
Come a lei si convenga e del supremo
Sisara la vittrice alma Giaele
Non è simbol di lei? D’Esterre invitta
Non ri[…] di lei
I preggi più sublimi? E puoi oh stolta
Negar che nasca a liberar le genti
Colei cui fa sgabello
L’inargentata luna,
Colei che il mondo viene
A bear col raggio suo giocondo?
[Colpa]
Ahi duol! Vinta son io. Ah no, si desti
Dalle furie agitato
Tutto lo sdegno mio. D’Anna nel grembo
E nella prole istessa
Seminerò ruine,
Distillerò veleni e sin dal fondo
Sconvolgerò l’umanitade e ‘l mondo.
[Amor Divino]
Superba ancor non cedi?
[Colpa]
Non m’atterrano i fulmini
[Amor Divino]
E per tua sorte ria
Doma l’orgoglio tuo solo Maria.
[Umanità]
Irrisoluto ancora
Il cor teme e paventa. [Amor Divino] A detti miei
Presta pur fede oh figlia.
Invan la Colpa cerca
Adombrar la luce a un sì bel giorno
Con umil cuore intanto
Adora la gran donna e frena il pianto.
[Umanità]
Vieni diletta ancella
Consola il mio martir.
Se fui a te rubella
Scordalo per pietà.
Tu che innocente sei
Detesti il mio fallir
Ma de’ reati miei
Più grande è tua bontà.
[Amor Divino]
Io che pe’ figli miei
Sempre nudrii pietade, in spoglia umana
M’ammanterò. Della Gran Donna poi
Da me formata in grembo scenderò.
Pensa malnata Colpa
Se fia l’albergo mio
Qual purità, qual santitade insieme
Porterò la mia cara e la mia speme.
Ma se protervo l’Uomo
Conoscer non saprà, ribelle, ingrato,
L’eccesso del mio amore
Vittima caderà del mio rigore.
[Amor Divino]
Quest’ardor che il sen m’accende
Per te serbo, oh figlia amata,
Ma se a me ti mostri ingrata
Temi allora il mio rigor.
Laverò col sangue mio
Del tuo cor le macchie impure
Combinando in cifre oscure
Sol gli eccessi del mio amor.
[Umanità]
Almo increato ardore
Alla Celeste Infante il nostro core
In olocausto offrite,
Troppo è piccolo il don ma un cor sincero
Ella apprezza assai più d’un vasto impero.
Voi tacete, tacete e perché
Forse non merto un così grande onore
[Amor Divino]
Tutto donò chi donar seppe il core.
[Amor Divino]
Se a Lei piacer tu vuoi
In ogni tempo oh figlia
Rammenta il tuo dover.
[Umanità]
Padre che dici e puoi
Di tanta gioia a fronte
Della mia fè temer?
[Amor Divino]
Dunque… [Umanità] Che più? [Amor Divino] T’accheta
[Umanità]
Giunsi alla nobil meta
Né bramo altro piacer.
[a 2]
Che bella sorte e lieta,
Che sovrumano onor.
Sia di voi dunque ognora
Per sì benigna aurora
Pien di rispetto il cor.
[Amor Divino]
Dunque in sì lieto giorno
Ogni spiaggia s’indori
E ‘l mondo tutto di letizia adorno
Prorompa in canti e la gran Diva adori.
[Umanità]
A me più che ad ogni altra
Convien darle d’applausi
Più manifesti segni. Il grembo suo
Fecondato da Dio
Un Dio liberator dall’alta sede
Porterà a sciormi da catene il piede.
[a 3]
Viva in Cielo, in terra viva
Di Maria il bel candore
E risuoni in ogni riva
Il suo nome in ogni cuore,
La sua bella purità.
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shelfmark Cantate 291 (=20.2.4).1
Record by Giulia Giovani