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Redazione
Physical description
Watermark
Not recorded
Notes
La cantata, come attesta l’indice posto a c. 114r, era parte di un manoscritto comprendente 5 cantate con violini di Leonardo Leo; questo apparteneva alla collezione di Giuseppe Sigismondo, giunta in biblioteca alla sua morte; a c. 147v: "Fatta per S.A.R. la Sig.ra P.ssa d’Asturias. 1737".
Uniform title
Scoring
Bibliographic repertories
Bibliography
Analytical description
Sorge Lidia la notte
D'ombrosa notte oscura
Troppo infelice oh cara
Dal rimirar chi s'ama
Poetical text transcription
Sorge Lidia la notte,
Stende le sue grand’ali e il mondo ingombra
Di sue tenebre ed ombre,
In silenzio profondo
Già tutto involve e sol s’ascolta intorno
Triste notturn’ augel nemico giorno,
E pur questa ch’al mondo
Pace arreca e ristoro, e in bosco e in selva
Fà che posi ogni belva
A me nuovo tormento avvien che porti
Poiché buono suo velo all’or che scioglie
Alle acerbe mie doglie
Ancor de’ sguardi tuoi niega i conforti.
D’ombrosa notte oscura
Se spunta il fosco orror
Misero langue il cor
l’occhio non mira.
E allora invan figura
L’amato e caro ben
L’alma che all’ombra in sen
Pensa e s’aggira.
Troppo infelice oh cara
E’ quel piacer che nell’accesa idea
Da forte lagrimar solo si crea
Poiché il pensiero all’ora
Qual più lo brama senza scorta e lume
Inteso è sempre a fabricarsi un nume.
Ma col consiglio poi della pupilla
Quando un cor lieto gode e un nume adora
Vera pace tranquilla
Tragge in dure catene ancora in volto
Nel vagheggiar la maestà d’un volto.
Dal rimirar chi s’ama
Nasc’il più dolce amore
E con amor la brama
Di unirsi alla beltà.
Non più vago pensier
Far lieto appieno il core
Dal guardo perché intero
Solo il piacer si dà.
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shelfmark Cantate 175 (=33.3.26).22
Record by Giulia Giovani