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Redazione
Physical description
Watermark
Not recorded
Notes
La cantata, come attesta l’indice posto a c. 114r, era parte di un manoscritto comprendente 5 cantate con violini di Leonardo Leo; questo apparteneva alla collezione di Giuseppe Sigismondo, giunta in biblioteca alla sua morte; a c. 125v frammenti di melodia.
Uniform title
Scoring
Bibliographic repertories
Bibliography
Analytical description
Che farai Lidia cara
Per duolo stanco e tardo
Vinto alfin dal dolore
Dirò che meco porto
Poetical text transcription
Che farai Lidia cara?
Che farò, me infelice un dì se avviene
Che da te m’allontani amato bene;
Pallide ancor le rose
Vedrò che accogli al viso tuo e in seno,
Nube di doglia amara
D’atro vel coprirà l’almo e sereno
Vivo sol che diviso
E in due pupille e in calde amare stille
Su gl’occhi lo sciorrà che a me pur giri
L’impeto de’ sospiri
E allora io che farò? Ahi che gl’accenti
Chiuderan pur su i labri i miei tormenti.
Per duolo stanco e tardo
Ti volgerò lo sguardo
E appena dir potrò
Mia vita addio.
E in roco e debil suono
L’ultimo addio ti dono
Misero ascolterò
Da te ben mio.
Vinto alfin dal dolore
Poiché dovrò bell’idol mio lasciarti
Stenderò passi, e ad ogni passo amore
Indietro volgerommi a rimirarti,
E tu che avampi ed ardi
Mi seguirai con sguardi e mi dirai
Di vita in dubio stato:
Oh Dio tu parti e qui mi lasci ingrato.
E a te tornando e allor che sol desio
Sai che dirò, sai che dirò ben mio.
Dirò che meco porto
Per non mancar di fè
L’immagine di te,
Cor del mio cuore.
Questo sarà il conforto
Del misero mio sen
Finché a te caro ben
Mi guidi amore.
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shelfmark Cantate 175 (=33.3.26).19
Record by Giulia Giovani