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Redazione
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Watermark
Not recorded
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Analytical description
Chiudea presso un fonte un dì le luci
Scosso allor da lo spavento
Cauto al fine osservai
Sciolse i lacci e le catene
Poetical text transcription
Chiudea presso un fonte
Un dì le luci al mormorio dell’onde,
E da gravi e profonde
Cure di pene e di dolore oppresso
Erami allor di riposar concesso
Quando in sogno mi parve
Giacendo in grembo ai fiori
Favellar col mio ben de nostri amori
E che volendo alfine
Sparsa di fresche brine
Una rosa rapir dal prato ameno
Per ornar il bel seno
Per cui non ho più cor non ho riposo
Ritrovassi tra fronde un angue ascoso.
Scosso allor da lo spavento
Un timor di rio tormento
Mi destò sogno sì rio.
E temendo il core amante
Va credendo che incostante
Esser possa l’idol mio.
Cauto al fine osservai
Del mio gradito bene
Ogni accento ogni moto ed ogni sguardo
Sperando che bugiardo
Fosse il sogno forier di crude pene,
Ma le prime catene
Viddi ahi viddi con duolo e con affanno
Che sciolte avea quell’empio cor tiranno,
E ben m’avviddi al fine ch’eran le rose
Le lusinghe infide
Di quel labro che uccide
Che quell’Angue celato ahi per mio danno
Del mio sincero amore era inganno.
Sciolse i lacci e le catene
L’empio cor che m’ingannò
E tornò già in libertà.
E godendo di mie pene
Par che dica mi piagò
Altro amore altra beltà.
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shelfmark Cantate 21.11
Record by Nicola Placanica