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Redazione
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Watermark
Not recorded
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Cantata contraddistinta dal "N. 6"; il manoscritto apparteneva alla collezione di Giuseppe Sigismondo, acquisita dalla biblioteca alla sua morte.
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Bibliography
Analytical description
Dalla reggia di Flora
Più della rosa e'l giglio
Cara s'attenta il miri
Quel leggiadretto fiore
Poetical text transcription
Dalla reggia di Flora
Cara gentil donzella
A te ne vengo a tributar giuliva
Questo ch’or tu ravvisi
Di vaghi gelsomin serto gentile
E se basso ed umile
Sembra il mio dono or sappi
Ch’in quel nobil sembiante
Che idea è del candore il sol si specchia,
E vi trionfa amore
Questo è quel fiore, oh cara,
Che del tenero stel se spunta appena
Al grato odor che spira
Emulo del candor in un istante
Si scuote ogn’ora, e ne divenne amante.
Più della rosa e’l giglio
Festeggia sul matin
Il vago gelsomin pria dell’aurora,
Sul tenero suo stelo
Risplende il suo cantor
E col soave odor l’alme innamora.
Cara s’attenta il miri
Fuori del suo candor dell’odor grato
Sul verdeggiante prato
Di stella ha la sembianza,
E se inoltre s’avanza
Il tuo pensier col mio
Dirai quel fior che gelsomin s’appella
Sembra nel campo inver lucida stella,
Quest’ancor di beltade
Ogn’altro vago fior vince d’assai
Né si vedrà già mai
Il suo candido vel cangiarsi in ombra
O d’altra macchia ingombra
Ma non sarà quel bel candor sì vago
Di fede esempio e di costanza immago.
Quel leggiadretto fiore
Colmo di bel candore
Se fida in sen l’accogli
Sempre vivrà per te.
Da quest’accenti o cara
E da quel fiore impara
Ad esser più costante,
A non mancar di fè.
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shelfmark 34.6.25 (olim Cantate 44).7
Record by Giulia Giovani