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Redazione
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Watermark
Not recorded
Notes
Cantata contraddistinta con il "N. 2" e la dicitura "Duplicata"; il manoscritto apparteneva alla collezione di Giuseppe Sigismondo, acquisita dalla biblioteca alla sua morte.
Uniform title
Scoring
Bibliographic repertories
Bibliography
Analytical description
Ninfe e pastor che al bel Sebeto in riva
Ditele ch'il mio core
Ma se forse ritrosa
Sì tacete se sdegnosa
Poetical text transcription
Ninfe e pastor che al bel Sebeto in riva
Godete ore tranquille e lieti giorni
Il Ciel piova benigno
Più lieti influssi alle vostr’alme belle
Né mai lupo rapace
Osi turbare il mansueto gregge
Se sapete ove sia
La vaga Filli mia
Ch’ ha nella fronte amor, ne’ labri il riso
Ditele per pietà che per lei moro,
Che pensi almeno al mio crudel martoro.
Ditele ch’il mio core
Per lei si strugge in pianto
E che costante amore
Le giuro e fedeltà.
Ditele ch’io sol bramo
In segno di pietà
Che dica Tirsi io t’amo
E Tirsi poi morrà.
Ma se forse ritrosa
La trovaste agl’accenti
Che voi per me spargete
Tacete, sì, tacete
Che bellezza e virtude io amo in lei
E turbar non vorrei
Del suo bel cor la cara pace antica
Che amante la res’ io, non già nemica.
Sì tacete se sdegnosa
Vi risponde del mio amore
Più lo sdegno del suo core
Sentirei ch’il mio morir.
Morirò ma in tanto affanno
Il mio cor sarà contento
Basti sol che mi rammento
Che li è noto il mio martir.
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shelfmark 34.6.25 (olim Cantate 44).2
Record by Giulia Giovani