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Date
Title
Music format
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Redazione
Physical description
Watermark
Not recorded
Notes
Mancano le cc. 95-96.
Uniform title
Scoring
Analytical description
S’apriro i Cieli, e dell’eterna mente
Giorno felice sì
Giorno ch’unir poté
Oh, sospirato giorno
Oh, se fusse un cor bastante
Quell’ardor che in te sfavilla
Né troppo ardito io sono
Se l’amore già reso feroce
I splendori che ti ornano il Crine
Poetical text transcription
S’apriro i Cieli, e dell’eterna mente
nell’Abbisso profondo
scelse gran Fabro Amore
tra i raggi il più lucente.
Poi l’avventò contro il primiero errore
e nato vide il suo perdono il Mondo.
E i secoli già stanchi in far ritorno
si riposaro in sì felice giorno.
Giorno felice sì
che da una notte oscura
un’Alba la più pura
a noi Mortali aprì.
Giorno &c.
Giorno ch’unir potè
al merto la speranza,
all’opre la costanza,
all’ira la mercé.
Giorno &c.
Oh, sospirato giorno!
Di sì bei lampi adorno
ti rende più de la tua luce istessa
la colpa mia che porti in fronte impressa.
Oh, se fusse un Cor bastante
a capir l’alto mistero,
ogni Cor sarebbe amante,
ogni Amor sarebbe vero!
Quell’ardor che in te sfavilla
per me tutto non invoco:
ma una picciola scintilla
chieggio sol di tanto foco.
Né troppo ardito io sono,
se la fiamma che t’arde è nostro dono.
Già fanciullo Gigante,
con immutabil fronte
sfidi, incontri e divori
onte, affanni e dolori.
Già con le nude piante
premi il suol, calchi il mare, ascendi il monte.
Ah monte, in cui trafitto
fu l’innocente Dio dal mio delitto!
Se l’amore già reso feroce
Anco in fasce le pene t’aduna,
La tua Cuna alla Colpa sia Croce,
La tua Croce alla fede sia Cuna.
I splendori che ti ornano il Crine
Son presaggi d’acuto dolore:
Il tuo Core è trafitto di spine,
Le tue spine sian raggi al mio Core.
Country
Language
Shelfmark
collection Federici
shelfmark Mss 90.3
Record by Teresa M. Gialdroni