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Analytical description
Mentre un Zeffiro arguto
Non più lacci, non più strali
Vuol Cupido, ch'io mora
Sirena, che alletti
Co' cenni furtivi
Stelle, barbare stelle
Navigar l'Egeo d'amore
Mio cor, se di Fortuna
Poetical text transcription
Mentre un Zeffiro arguto
Con la sferza dell’ali
Castigava l’ardor de lampi estivi,
Del mar presso alle sponde,
Cui baciavan l’arene i salsi argenti,
Mesto e solingo un dì
D’Amor mi dolsi e favellai così:
Non più lacci, non più strali,
Son legato, son ferito,
Hai vinto Amor, hai vinto!
D’un tremulo crine
La bionda procella
Ritorta in anella,
Intesse fatali
Catene al mio cor.
Non più lacci, non più strali,
Son legato, son ferito,
Hai vinto Amor, hai vinto!
Pupilla, che splende,
Co’ i sguardi m’accende,
Ma l’alma infelice
Qual nuova Fenice
Ritrova i natali
D’un ciglio all’ardor.
Vuol Cupido, ch’io mora
E la mia fè negletta
Di severa beltà l’orgoglio adora.
Così genio fatale
Mi costringe ad amar con duolo eterno
Sotto angeliche spoglie alma d’inferno.
Sirena, ch’alletti
Con vezzi homicidi,
Dolcezze prometti,
Ma, perfida, uccidi.
2.a
Co’ i cenni furtivi
Di lieta sembianza
Le ceneri avvivi
Di morta speranza.
Stelle, barbare stelle,
Ch’il mio voler forzate,
L’inumano rigore
Nel cor di Filli ò la mia fè cangiate.
Navigar l’Egeo d’amore
Contro vento è gran sventura.
Nell’onda torbida, che rauca freme,
Si perde l’ancora d’amica speme,
Che d’un ciglio lo splendore
Degl’amanti è cinosura.
Mio cor, se di Fortuna
Spira un aura nemica,
Per non restar tra le tempeste absorto
Chiudi le sparse antenne e riedi al porto.
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shelfmark ND VI 2263,1.12
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