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Anima incenerita
Qual nel lido acheronteo
Con severa tirannia
Ma qual vil codardia le glorie oscura
Il sagittario
Ciglio implacabile
Ma chi sa, se gradite
Farsi vittima al rigor
Farsi scopo all'empietà
Poetical text transcription
Anima incenerita
A i rai del mio bel sole
Fulminata si duole,
Nè ritrova all’ardor scampo, nè aita,
Che Lauro difensore
Non han gl’amanti al fulminar d’Amore.
Qual nel lido acheronteo
Mesto Orfeo,
Preda d’Amor
Fò canoro il pianto mio
E pietà dal cieco dio
Non impetra
La mia cetra
Flaggellata dal dolor.
Con severa tirannia
L’alma mia
Ciglio crudel
Fa bersaglio alle saette
E un momento non permette,
Ch’io respiri
Tra martiri
Crudo fato, avverso ciel.
Ma qual vil codardia le glorie oscura
Alla mia fè costante?
Mi sgomentan l’arsure e sono amante?
No, vero non fia,
Che mal nato timor l’alma debelli.
Sì, luci adorate,
Ferite, saettate,
Piovete sul mio seno i mongibelli,
Grandinate ver me strali d’ardore,
Che a un diluvio di fiamme offro il mio core.
Il sagittario
Figlio di Venere
Strali ardentissimi
Vibri al mio sen?
Che fia mio svario
Converso in cenere
Tra incendij asprissimi
Di venir men.
2.a
Ciglio implacabile
Piaga insoffribile
M’apra nell’anima
Senza pietà.
Che caro e amabile
È il duol terribile,
Che mi disanima
Per sua beltà.
Ma chi sa, se gradite
A duo begl’occhi alteri
Siano le fiamme ambite
E riportin mercè stratij sì fieri?
Farsi vittima al rigor
Senza speme di goder
È un delirio del pensier
E dell’alma un folle error.
2.a
Farsi scopo all’empietà
Senza speme di mercè.
Ma, che dico, è viltà
Di lingua troppo avara
Chieder mercè per servitù sì cara.
Di spontaneo servaggio
È trionfo il soffrir, premio l’oltraggio.
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shelfmark ND VI 2263,1.10
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