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Redazione
Watermark
Not recorded
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Il manoscritto non menziona il nome del compositore. La fonte non è citata in Gianturco-McCrickard.
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Scoring
Bibliography
Analytical description
Arresta, arresta il piè
Nell'aringo del furore
Del tuo corso spedito
Fra catene di contenti
Ah, che la doglia acerba
Voi del cielo dorate fiammelle
Ma se per l'onde insane
Fra le turbe degli estinti
Sì, sì, voglio seguire
Poetical text transcription
Arresta, arresta il piè,
Fugace mentitor, crudo tiranno,
Ch’il tuo furtivo inganno
Sdegnato Amor vendicherà per me.
Al mio servir costante
Tal guiderdon si dà?
E con barbara empietà
Tormentata così lasci un’amante?
Ah perfido inhumano,
Tradimenti sì fieri a me prepari;
E con stile profano
Solo a mentir, solo a tradire impari?
E fra sospiri amari
Me sola esponi in queste dure selve
Scherno di predator, pasto di belve?
Ed io lassa pur resto
Invendicata ancora
E senza far dimora
L’armi hostil non appresto?
E con archi e saette
Non fò, di chi m’offese, aspre vendette.
Nell’aringo del furore,
Fra le squadre de i martiri
Il mio cor spiega l’insegna
E s’ingegna
Con falangi di sospiri
D’espugnare il tuo rigore
E s’Amore
Del mio pensier non smarrirà la traccia,
Prigionier ti farò nelle mie braccia.
Del tuo corso spedito
L’aure tumultuose
L’amato suol non varcaran sì presto,
Che del mio sen tradito
L’onde caliginose
Non facciano al tuo piè geloso arresto
E con ben degno oltraggio
Nelle lacrime mie provi il naufraggio?
Ah no, sì crudo scempio
Bramar contro il suo cor l’alma non sà.
Basterà sol, che l’empio
Del mio grave languir senta pietà,
E che pentito al meno
De tradimenti suoi torni al mio seno.
Fra catene di contenti
Stringerà l’ore amorose
E con forme più pietose
Darà fine a miei tormenti.
Ah, che la doglia acerba
Corrompe ogni dolcezza
E con tacita asprezza
Solo al penar il viver mio riserba.
Soffio d’aura superba,
Gonfia della speranza il debil lino.
Ma nel mar del dolor naufraga il pino.
Voi del cielo dorate fiammelle,
Che infondete a mortali gl’ardori,
Fate fede co i vostri splendori,
Se s’asconde il mio sol fra le stelle.
Ma se per l’onde insane
Di tumido Anfitrite
Con l’ali dell’ardir varca le spume
E alle sponde inumane
Del portentoso Dite
Tributario del duol piega le piume.
Fra le turbe degli estinti
I più chiusi laberinti
Tentarò.
E nel regno delle pene
Il mio bene
Seguirò.
Sì, sì, voglio seguire,
Chi m’abbandona e fugge,
Sì, sì, voglio servire,
Chi mi consuma e strugge
E con funesta sorte
Morirò per cercar, chi mi dà morte.
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