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Watermark
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La fonte non è citata in Gianturco/McCrickard.
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Vincesti, ò ciel, vincesti
Se di morte adopri l'armi
Ma se forbice eterna
Così m'atterra
Dall'altrui sen carnefice saetta
E se tu speculi
Ma il calcarli è sin hor vergine impresa
Poetical text transcription
Vincesti, ò ciel, vincesti!
I tuoi raggi funesti
Hanno del petto mio più fine tempre.
Vincesti, ò ciel, vincesti al fin per sempre!
Se di morte adopri l’armi,
Scudo invano il seno oppone
E non san gli stoici carmi
Incantar l’elmo a ragione.
Ma se forbice eterna
Con falce alterna su la tela irriti
De miei spirti arditi,
Dimmi, con qual oggetto
Contro filo indiretto
Il taglio rivolgesti?
Tu Rosina uccidesti, ò traditore!
Perché di cruci nuovi
L’inventato dolore
Ne gl’altrui sensi ogni mio senso prova?
Così m’atterra
Del fato vile
Obliquo stile
Di torta guerra.
La mina, ch’ei tenta,
Non s’apre al mio piè,
Gli strali, che avventa,
Non mirano a me.
Dall’altrui sen carnefice saetta
Con eco ostile entro il mio cor riflette.
Vincesti, ò ciel, vincesti
A l’indefesso sdegno
Dar possa omai dovresti?
No, no, riversa pure
Dell’alma mia l’instatiabil sdegno
Tutto l’arco immortal delle sventure.
E se tu speculi
Forme d’offendere,
Miei amici in secoli
Studia a distendere,
Che punto gemere
Già mai saprò
E gli astri premere
Saggio ardirò.
Ma il calcarli sin hor vergine impresa
Soffre il contrasto il ciel non già l’offesa.
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shelfmark ND VI 2263,1.4
Record by Berthold Over