Record num. 248

Bibliographic level

Constituent unit

Type of record

Printed music

Date

Single known date, 1659

Title

Peccatore Penitente / [Maurizio Cazzati]

Music format

Full score

Linked names

composer: Cazzati, Maurizio (1616-1678)

Publication

Bologna : herede del Benacci, 1659

Physical description

P. 76-92

Watermark

Not recorded

Notes

Il tit. si ricava dall’incipit testuale della cantata a p. 76; il nome dell’A. si ricava dal front. dell’intera edizione; in seguito agli ariosi è posta l’indicazione: Si suona un poco; alcune sezioni della cantata sono contraddistinte dalle denominazioni Aria e Recitativo

Uniform title

Alma che pensi oh Dio. Cantata morale, Peccatore Penitente

Scoring

Canto e continuo

Bibliographic repertories

Analytical description

1.1: (recitativo, c)
C, Alma che pensi oh Dio
2.1: (arioso, 3/4)
C, Non si sprezza no no senza vendetta
3.1: (recitativo, c)
C, Se l'alterezza tua
4.1: (arioso, 3/4)
C, Non si soffra più tempo un cor sì rio
5.1: (recitativo, c)
C, Sensi mai non frenasti
6.1: (arioso, 3/4)
C, Se non merta pietà chiede perdono
7.1: (aria, fa maggiore, c)
C, È fermo il mio volere
8.1: (recitativo, c)
C, Volgansi pur le sfere a danni miei
9.1: (arioso, 3/4)
C, Caro sarà il penar dolce il morire
10.1: (recitativo, c)
C, Lasciarti io non so come
11.1: (arioso, 3/4)
C, Che se fui senza fé son tutto fede

Poetical text transcription

Alma che pensi oh Dio
Pensier crudel a mia salute averso
Al tuo Signor al mio
Ricorri ohimé troppo ostinato e rio.
Cerca: ti priego ormai
Volger pentito il core e humil i rai.
Quella bontà infinita,
Che con dolce pietà sempre ti aspetta
Non si sprezza no no senza vendetta.

Se l’alterezza tua
Non ritrovò giamai l’ultimo giorno
Quale haver del mio Dio
Al tuo grave fallir speri perdono,
Ah che l’atra magione
Sarà de le tue colpe il guiderdone.
Signor sei troppo mite
Se con ardir ti offese il mio desio
Non si soffra più tempo un cor sì rio.

Sensi mai non frenasti
De la Vostra empietade i falli impuri
Né mai vi ramentaste
Che l’hore del morir sono vicine.
Signor t’offesi è vero,
Non sia de l’ira tua scopo il mio core
S’io seguace del mondo
Ti lasciai troppo iniquo, in abbandono,
Se non merta pietà chiede perdono.

È fermo il mio volere
Di volerti servir fino a la morte.

Volgansi pur le sfere a danni miei
Contrasti pur la sorte
Mai non vedrassi il core
Seguir l’orme no no d’indegno Amore.
Per te sol la mia fede,
Non cangierà già mai voglia o desire.
Caro sarà il penar dolce il morire.

Lasciarti io non so come
Se tu solo sei fatto il mio ristoro
Di te Signor il nome
E l’unico desio, che certo e adoro
E l’alma mia non vive
Se non in quanto il tuo voler prescrive.
Il mio pensier accetta
Deh rendi l’alma mia del cielo herede
Che se fui senza fé son tutto fede.

Country

Italy

Language

Italian

Shelfmark

I-Rli - Roma - Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana
shelfmark Musica C3.7

Record by Giulia Giovani
Last modified: